Ticino e Grigioni

Ticino 2040: più anziani e meno equilibrio tra distretti

Lo studio demografico del Cantone fotografa un futuro con città sempre più affollate, periferie in calo e un’esplosione di ultraottantenni

  • Oggi, 18:28
  • 14 minuti fa
05:21

La demografia del futuro in Ticino

SEIDISERA 29.04.2025, 18:00

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Di: SEIDISERA/YR 

Il futuro demografico del Ticino non si limita a un invecchiamento generalizzato della popolazione: emergono sempre più marcate le differenze tra i poli urbani e le aree periferiche. È quanto rileva lo studio pubblicato oggi, martedì, dall’Ufficio di statistica del Cantone, che aggiorna lo scenario al 2040, seguendo la scia delle previsioni nazionali pubblicate da Berna due settimane fa.

Guardando ai singoli distretti, le proiezioni mostrano una tendenza ormai consolidata: la crescita demografica si concentra nei poli, mentre le zone periferiche continuano a spopolarsi. Tra il 2023 e il 2040, si prevede un aumento della popolazione del 7,8% per il distretto di Bellinzona, seguito da Lugano (+5,2%) e Locarno (+2,3%). In ripresa troviamo la Vallemaggia, stabile con un leggero +0,2%, insieme alla Riviera (+0,8%).

Al contrario, il Mendrisiotto perderà l’1,4% dei suoi abitanti, la Valle di Blenio il 2,9% e la Leventina addirittura il 5,1%. Una frattura territoriale che solleva domande anche di tipo politico: “Nel 2040 il Luganese potrebbe rappresentare metà della popolazione ticinese, mentre Bellinzona si conferma il distretto più dinamico, molto attrattivo. Questo meriterà delle riflessioni per gli equilibri di tutto il Cantone”, afferma intervistato da SEIDISERA Danilo Bruno, autore del documento dell’Ufficio di statistica ticinese.

Un Ticino sempre più anziano

Secondo le stime, nel 2050 il Ticino avrà 52’000 over 80, quasi il doppio rispetto ai 27’000 attuali. “Oggi ci sono 170 ultracentenari”, sottolinea Danilo Bruno, autore dello studio, “nel 2050 ce ne saranno 900. Una cifra che impressiona”. L’aumento è dovuto in larga parte all’allungamento della speranza di vita e al passaggio in massa alla terza età delle generazioni del baby boom. Si passerà da un rapporto di 1 over 65 ogni 4 persone, a 1 su 3. “Questo comporterà squilibri importanti rispetto alla società che conosciamo oggi”, afferma ancora Bruno.

Non solo numeri, ma anche conseguenze pratiche: più anziani vuol dire un impatto maggiore sui costi della cassa malati e sul sistema sanitario. Ma secondo Bruno non tutto è negativo: “Una popolazione anziana può anche generare nuove economie: pensiamo all’assistenza domiciliare, alle attività culturali o al bisogno di nuovo personale nelle strutture sanitarie”.

Un quadro quindi complesso, fatto di criticità e potenziali opportunità, che impone al Cantone un ripensamento delle politiche sociali, sanitarie e territoriali.

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