Nel sequestro di Figino non è stata usata la forza. Questo, in sintesi, è quanto ha dichiarato agli inquirenti italiani la 13enne del bresciano, tornata a casa.
Stando al racconto dalla minorenne, i primi contatti con il 26enne, tutt’ora in cella, sono avvenuti attraverso Facebook. Mercoledì scorso, l’uomo si sarebbe presentato davanti alla scuola che frequentava la ragazza, fatta salire su un’auto e portata in Svizzera.
Una volta giunti all’ostello di Figino, la fanciulla, accortasi del pericolo, avrebbe contattato i genitori che, a loro volta, si sarebbero messi in contatto con le forze dell’ordine italiane.
ANSA/bin