Ticino e Grigioni

Videosorveglianza, ai Comuni la legge non piace

Critiche non tanto ai principi quanto all’implementazione, le località chiamate ad applicare le norme avrebbero voluto essere consultate a priori

  • Ieri, 20:14
02:53

Legge videosorveglianza, comuni preoccupati

Il Quotidiano 02.03.2025, 19:00

Di: SEIDISERA/Quotidiano/pon 

Videosorveglianza e protezione dei dati, due temi che toccano da vicino la privacy dei cittadini e sui quali il Consiglio di Stato ticinese, un paio di anni fa, aveva sottoposto al Parlamento rispettivamente una norma tutta nuova e una revisione totale di quella già in vigore. L’iter è entrato nel vivo, l’approdo in Gran Consiglio è previsto entro l’estate per la prima e in autunno per la seconda. Nelle scorse settimane sono stati sentiti i Comuni, che però hanno espresso tutto il loro malcontento.

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SEIDISERA del 02.03.2025 Il servizio di Romina Lara

RSI Info 02.03.2025, 18:02

“Ci aspettavamo di essere consultati proprio perché sono leggi che necessitano di conoscere qual è l’implementazione pratica, i benefici, ma soprattutto quello che il comune dovrà svolgere e fare”, ha spiegato al Quotidiano il presidente dell’Associazione dei Comuni Ticinesi, Felice Dafond. E invece in sede di elaborazione delle norme che dovranno applicare i Comuni non sono stati coinvolti. A SEIDISERA Dafond aggiunge che “è molto verosimile che una legge così formulata sia di applicazione molto difficile, che può comportare errori e incomprensioni”. Costi e responsabilità sarebbero sproporzionati, costi che dovranno essere assunti dai cittadini. “Con quali benefici?”, si chiede Dafond. Tutti temi “sui quali si sarebbe dovuto coinvolgere di più le autorità comunali”.

Alessandro Corti, presidente della Commissione Costituzione e leggi del Gran Consiglio, riconosce la legittimità delle preoccupazioni, ma ribadisce anche che “la legge sulla videosorveglianza oggi è una necessità”, così come allinearsi alle disposizioni federali ed europee in materia di protezione dei dati.

In Ticino, infatti, le videocamere di sorveglianza sono quasi 2’000 e i Comuni hanno regolamenti propri, ma non libertà totali. “Questa legge dovrebbe aiutare a fare chiarezza e a sistemare le zone grigie, dove non si sa bene fin dove ci si può spingere o dove bisogna fermarsi”, afferma Corti. E in più “è sempre più importante tutelare i diritti dei cittadini legati alla privacy, attraverso i principi della trasparenze e della proporzionalità”.

Ma i problemi, secondo Dafond, non stanno nei principi, che “si capiscono e sono giusti”, ma “bisogna anche capire concretamente cosa bisognerà fare” e soprattutto se le cose non dovessero andare secondo la legge “dovranno essere le autorità giudiziarie a intervenire e non dei funzionari cantonali”.

Fra le altre critiche mosse, la mancata menzione dell’intelligenza artificiale. Corti risponde che “quello che si vuole evitare è un Grande Fratello”, ma la legge in questione riguarda ad esempio per il controllo e osservazione del traffico, o come videosorveglianza dissuasiva a scopo preventivo o ancora per il controllo degli accessi negli edifici pubblici. Il resto, incluso il riconoscimento facciale o le bodycam, è materia della nuova legge di polizia, che però è al vaglio di un’altra commissione parlamentare.

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