Ticino e Grigioni

Si segue la pista delle “Pink Panthers”

Potrebbe esserci la nota banda criminale dietro la rapina commessa in una gioielleria di Lugano. Recuperati due scooter e un furgone.

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Centro di Lugano "transennato" dopo il tentato colpo.jpg

Centro di Lugano "transennato" dopo il tentato colpo

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Di: Francesco Lepori

Emergono importanti novità dall’inchiesta sulla rapina compiuta il 2 luglio scorso a Lugano, in una gioielleria del centro. Il colpo potrebbe essere opera dell’organizzazione criminale conosciuta, a livello internazionale, con il nome di “Pink Panthers”.

È quanto ipotizzano gli inquirenti ticinesi, sulla scorta di forti indizi. Non si sa ancora se e come siano stati effettuati dei sopralluoghi. Di certo i malviventi si erano preparati la via di fuga. Dalle parti dell’Autosilo Motta, la sera prima avevano infatti parcheggiato due scooter.  

Nella zona del Tassino la polizia è riuscita a recuperare anche il furgone con cui il gruppetto – armato di due pistole, entrambe cariche – è arrivato il giorno dei fatti. Il veicolo era stato noleggiato in Italia.

I quattro si trovano rinchiusi alla Farera, dove dovranno rimanere almeno per i prossimi tre mesi. Secondo gli accertamenti svolti finora, si tratterebbe di due croati e due serbi (d’età compresa tra i 34 e i 38 anni). Uno di loro ha già precedenti specifici in Svizzera.

Quotidiano del 20.7.2024

Novità sulla rapina in via Pessina

Il Quotidiano 20.07.2024, 19:00

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