Ticino e Grigioni

"Solo uniti ce la faremo"

Grigioni e coronavirus: le considerazioni del ministro Peter Peyer, dopo il suo incontro col Consiglio di Stato ticinese

  • 31 marzo 2020, 12:14
  • Ieri, 19:38
04:37

MODEM del 31.03.2020; Peter Peyer al microfono di Roberto Porta

RSI Info 31.03.2020, 12:12

  • ©Keystone
Di: Modem/SP 

“Dal mio punto di vista l’incontro con il consigliere federale Ignazio Cassis è stato positivo”. Lo ha dichiarato a Modem il consigliere di Stato Peter Peyer, direttore del Dipartimento di giustizia, sicurezza e sanità del canton Grigioni. “Anche l’incontro con la deputazione del Governo del canton Ticino è stato molto positivo. Abbiamo visto che solo collaborando è possibile di venire a capo di questa crisi”.

Su questo incontro l’Esecutivo retico informerà in mattinata. “Ci sono in effetti ancora alcuni problemi da risolvere. Per esempio gli aspetti che riguardano i proprietari di case secondarie. Poi il turismo pasquale per esempio con roulotte o caravane. Il Ticino a questo proposito ha già deciso, noi non ancora”.

I letti per terapia intensiva sono a Samedan e Coira, racconta Peyer che aggiunge: “questi letti sono stati raddoppiati. Adesso abbiamo posto per 30/32 persone. A Coira abbiamo 42 posti con respiratori artificiali, ma ci manca ancora il personale del quale abbiamo bisogno”.

Peyer non sa se il cantone rischia il colasso sanitario. “Dalle cifre risulta che raddoppiano ogni 7/8 giorni. Questo è un piccolo segnale positivo, ma non siamo chiaroveggenti”.

In merito alle cifre Peyer precisa anche: “ci sono vari dati. Per esempio quelli della Confederazione, poi quelli dei cantoni e quelli delle regioni, Noi ci basiamo sui numeri della Confederazione. Le regioni più colpite da noi sono: Engadina alta, Valposchiavo e Moesa. Forse in futuro anche noi daremo le cifre aggiornata alla mattina alle 08.00 come fa il Ticino”.

In merito alle persone che attualmente risiedono in Engadina alta nelle loro residenze secondarie Peyer conclude che non sa se è un pericolo supplementare per il cantone. “Se si attengono alle regole non è in ogni caso un problema maggiore, ma se arrivano altri ospiti per Pasqua il rischio aumenta. Per questo abbiamo lanciato l’appello: state a casa”.

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