Ticino e Grigioni

Sono già 15 le aziende a rischio in Ticino

Secondo il direttore AITI, Stefano Modenini, starebbero decidendo di ridimensionarsi, trasferirsi o chiudere: è il risultato di decisioni prese, 2-3 anni fa, dai vertici aziendali

  • 11 novembre 2023, 06:51
  • 11 novembre 2023, 09:00
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Tempi duri per l'industria ticinese

Il Quotidiano 10.11.2023, 19:35

Di: Quot/RSI Info 

Tre casi negli ultimi giorni (Solar Turbines (ex Turbomach) a Lavertezzo, dove a rischio ci sarebbero una trentina di posti, Imerys a Bodio - una 20ina i posti a rischio- e Südpack a Bioggio (verso 50 licenziamenti), ma le aziende che starebbero decidendo di ridimensionarsi, trasferirsi o chiudere in Ticino sarebbero 15. A sostenerlo il direttore dell’Associazione industrie ticinesi (AITI), Stefano Modenini, secondo il quale il costo dell’energia e la situazione congiunturale sono solo gli ultimi elementi che vanno ad aggiungersi ad altre problematiche.

“Possono esserci cause legate a un aumento dei costi, agli ordinativi (ora sono scesi), ma in realtà la ristrutturazione è figlia di decisioni prese dai vertici dell’azienda 2-3 anni prima”, spiega Stefano Modenini, direttore dell’Associazione industrie ticinesi.

Difficile quantificare il numero di posti di lavoro persi nell’ultimo periodo. Attualmente nell’industria lavorano circa 30’000 dipendenti, lo stesso numero di 40 anni fa. “La stabilità esiste ancora. Però il fatto che ci siano sempre più imprese che mettono in discussione la loro permanenza in Ticino o perlomeno garantiscano la permanenza, ma con numeri inferiori rispetto al passato, è un campanello d’allarme”, aggiunge Modenini.

Un campanello d’allarme che secondo il direttore di AITI non va sottovalutato. “Il Ticino è ancora un territorio dove si giustifica fare impresa. Però sicuramente meno che in passato. Quindi questo è anche un messaggio all’autorità politica. Le aziende, da sole, possono arrivare solo fino a un certo punto. Qui ci vuole una politica economica lungimirante nel tempo, che permetta di migliorare le condizioni quadro. E giustifichi la permanenza e l’arrivo di nuove imprese”., dice Modenini.

Alla politica non si chiedono solo sgravi fiscali o un alleggerimento della burocrazia, ma anche nuovi strumenti per contrastare la concorrenza. “Tutti quelli che sono gli aiuti all’innovazione, gli aiuti all’investimento nelle tecnologie, sono più sviluppati in altri Paesi europei rispetto al Ticino, alla Svizzera. Noi abbiamo una filosofia diversa di intervento verso le aziende, però questa tecnologia oggi è un pò alle corde”, dice Modenini.

Un appello alla politica affinché si muova, magari proponendo aiuti economici per incentivare lo sviluppo tecnologico..

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Il Quotidiano 06.11.2023, 19:40

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