Uno dei due temi in votazione a livello cantonale il prossimo 13 giugno è la sovranità alimentare. Si tratta di una modifica costituzionale che punta a riequilibrare i rapporti di forza tra piccoli produttori da una parte e grandi aziende agricole, grossi distributori e industrie della trasformazione dall'altra. Ma anche a promuovere le filiere locali, ad accrescere il grado di auto-approvvigionamento e a migliorare le condizioni di lavoro e il reddito dei contadini.
Lunedì ha preso la parola il comitato che sostiene questa modifica della Costituzione ticinese, che prevede appunto di inserire tra gli obiettivi sociali anche la sovranità alimentare. Per Anna Biscossa, deputata del PS, si tratta dire sì ad un patto di Paese tra i cittadini e chi produce: gli agricoltori. “Un patto di paese nel senso di chiedere la fiducia delle cittadine e dei cittadini a favore di un sistema agricolo virtuoso, legato al territorio, con filiere corte e rispettoso dell’ambiente”, spiega Biscossa.
Questa modifica costituzionale gode del sostegno trasversale dei partiti. Oltre al PS, infatti, del comitato per il sì alla sovranità alimentare fanno parte esponenti del partito comunista (tutto è partito da una loro iniziativa parlamentare), ma anche di Verdi, PPD e Lega dei ticinesi.
“Si tratta di riprendere in mano la costituzione e mettere lì i nostri valori, quelli che sentiamo, la sovranità alimentare è uno di questi, per ritrovare il giusto rapporto tra produttori e consumatori”, dichiara alla RSI la granconsigliera del Partito Comunista Lea Ferrari.
“Sono dei principi importanti che tutti dovrebbero accogliere. Al momento il grado di autoapprovvigionamento a livello svizzero è poco sopra al 50%, ma può essere aumentato e la pandemia ha dimostrato chiaramente dei contadini e dell’approvvigionamento regionale”, afferma invece il deputato leghista Sem Genini.
Alle urne per la sovranità allimentare
Il Quotidiano 03.05.2021, 21:00