Il ciclo del PET in Svizzera è particolarmente virtuoso. Infatti l’83% delle bottiglie vendute viene riciclato ogni anno. Si tratta quindi di oltre 830 milioni di bottiglie. Numeri che fanno risparmiare molta CO2, ma che la PET-Recycling Schweiz, che si occupa di tutto il riciclo, punta ad aumentare.
Un modo è quello di “incrementare i punti di raccolta negli spazi pubblici”, indica Anastazija De Carlo, responsabile progetti marketing della PET-Recycling Schweiz. Proprio perché è spesso fuori casa che vengono utilizzate queste bottiglie.
Nella raccolta, però, finisce di tutto. Durante le varie fasi di cernita è possibile trovare altri materiali, come plastica di altro tipo, metalli, vetro, ma anche “coltelli, siringhe, flebo”, racconta Pamela Ciceri, responsabile generale della Gianni Ochsner SA, azienda del Sottoceneri attiva nella raccolta di vari rifiuti.
Nella raccolta del PET si possono inserire unicamente bottiglie che contenevano bevande. Anche le bottiglie del latte, in alcuni casi, sono fatte di questo materiale. Un modo per essere sicuri è verificare che ci sia il logo della PET-Recycling.
Sono tanti gli imballaggi in PET presenti sul mercato, ma che non possono essere riciclati nel circuito. Come per esempio le bottiglie delle salse per l’insalata e le confezioni che contengono frutta e verdura. In questi imballaggi “spesso ci sono delle barriere, come quelle per l’ossigeno o contro gli UV, che danneggiano il riciclaggio”, spiega De Carlo.
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