Gli arresti in Polonia di cinque persone dedite a truffe attraverso “telefonate shock” hanno nuovamente evidenziato la portata di un fenomeno criminale che, ai danni delle persone anziane, continua a far breccia anche nella Svizzera italiana. Solo lo scorso anno sono state portate a segno 46 truffe e con danni economici per più di 2 milioni di franchi. Gli arresti comunicati venerdì scorso sono stati effettuati al termine di indagini complesse e nel quadro di un’operazione svolta in singeria con Europol, l’agenzia europea finalizzata alla lotta contro il crimine. Della gravità del fenomeno, della sua estensione e della necessità di coordinamento fra i Paesi, parliamo con il commissario Luca Allegri della sezione reati contro il patrimonio della polizia cantonale ticinese.
“Abbiamo potuto allineare le conoscenze del nostro operare, come anche le conoscenze stesse degli autori. La funzione di Europol è molto importante perché, lo vediamo, si tratta di un fenomeno internazionale: dunque non possiamo pensare di restare nei confini cantonali o nazionali. Questi autori si spostano con rapidità in varie nazioni europee e dunque dobbiamo essere assolutamente anche noi al passo e avere un supporto su più nazioni in tempi rapidi. E per questo Europol è un canale molto efficace.”
Ci può dare delle cifre?
“Quest’anno le truffe sono calate e a dicembre si contano 12 truffe consumate e circa 500 tentativi. I tentativi che noi citiamo sono quelli della popolazione che ce li segnala. Ma stiamo vedendo proprio in questi giorni, con la collaborazione della Polonia, che in realtà i tentativi sono molti di più di quelli che ci risultano. Abbiamo per esempio delle giornate, in cui questi “call center” sono particolarmente attivi e risultano oltre 200 contatti al giorno verso il canton Ticino”.
Ha parlato di tante nazioni europee ma quella che ricorre più spesso è la Polonia. Come mai?
“Sì, questa è una domanda che anche noi ci poniamo e che al momento comunque non trova una risposta assoluta. Abbiamo visto come nel Nord Italia - la vicina Novara - avevamo dei nuclei familiari che si sono sviluppati. E dunque Novara assumeva una certa importanza. Penso sia la stessa cosa anche per la Polonia, dove diversi nuclei familiari si sono trasferiti e che poi hanno cominciato, passatemi il termine, a “lavorare” dalla Polonia”.
Il Ticino è particolarmente colpito rispetto agli altri cantoni o siamo in media?
“Purtroppo subiamo quasi il 20% della totalità delle truffe a livello svizzero. E questo dunque ci dice che il Ticino, per motivi che comunque non sono ancora tutti chiari, è abbastanza soggetto a queste truffe”.
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Torniamo un attimo ai dati del 2023: 46 truffe su 1300 tentativi. Da queste 46 truffe si è arrivati anche a 12 arresti. Voi siete soddisfatti?
“No, non lo siamo. Non lo siamo perché se dalla statistica potremmo ricavare una certa soddisfazione, in realtà abbiamo 46 truffe di troppo. Abbiamo un elevato tasso di riuscita perché sono 2 o 3 al mese in una popolazione che conta 350’000- 400’000 abitanti. (Ma) sono troppe e vanno assolutamente contrastate”.
Telefonate shock, sgominata una banda che colpiva anche in Ticino
RSI Info 13.12.2024, 14:01
In questo periodo si segnalano diverse chiamate in cui si sente questa voce registrata, che in inglese si riferisce a una fantomatica “Swiss Police”. Le chiedo se siete al corrente di questo fenomeno e se questo è da ricollegare anche alla casistica, appunto, delle telefonate shock.
“Sì, ne siamo assolutamente al corrente. È un nuovo fenomeno emergente che sta arrivando in questi mesi. Si tratta comunque di tutt’altra cosa. Dietro c’è tutt’altra organizzazione e dunque non va messa allo stesso livello di questi autori di cui stiamo parlando. Dietro queste chiamate abbiamo al momento attive delle indagini di cui al momento non possiamo riferire. Ma siamo anche qua sulla buona strada per identificare chi ci sta dietro”.