Ticino e Grigioni

Tribunale penale ticinese, dopo le segnalazioni anche una denuncia penale

Nuovo capitolo nella vicenda che vede contrapposti i giudici

  • 20 agosto, 13:16
  • 20 agosto, 13:27
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RG 12.30 - Il servizio di Luca Berti

RSI Info 20.08.2024, 13:14

  • Ti Press
Di: RG/RSI Info 

Nuovo capitolo nella vicenda che vede contrapposti i giudici del tribunale penale ticinese. Dopo una segnalazione e una seconda segnalazione incrociata, ora si aggiunge anche una denuncia penale.

A querelare sono i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. I due, come si apprende oggi dalla Regione, chiamano in causa gli altri tre colleghi Mauro Ermani, presidente del Tribunale, Marco Villa, vicepresidente, e Amos Pagnamenta, i quali in un esposto al Consiglio della Magistratura, li avrebbero diffamati.

La vicenda, lo ricordiamo, si inserisce in un clima tutt’altro che sereno all’interno del Tribunale penale cantonale. Un clima emerso pubblicamente dopo che Quadri e Verda Chiocchetti avevano segnalato un presunto caso di mobbing su una segretaria. In seguito, e siamo alla scorsa primavera, era partita la segnalazione di Ermani, Villa e Pagnamenta al Consiglio della Magistratura. Di un mese fa invece la denuncia penale. Un cambio di passo, che preoccupa il presidente del Consiglio della magistratura, Damiano Stefani. “È un segnale che non lascia tranquilli, sia per quello che è l’ambito interno del tribunale, ma anche per quella che è l’immagine del tribunale stesso, ma della magistratura in genere. Cerchiamo di provare a fare del nostro meglio per arrivare a una soluzione. Sul punto di vista della capacità lavorativa avevamo fatto accertamenti già a suo tempo e il tribunale lavora. Però contano anche i rapporti interpersonali, è indubbio”.

Alla propria querela i due giudici hanno anche allegato un’immagine inviata dal presidente del Tribunale, Mauro Ermani, alla segretaria presunta vittima di mobbing a inizio 2023, vi si vedono ritratti due grandi falli di plastica installati in quella che potrebbe essere una sala d’aspetto. Tra i due una donna seduta su una sedia. In sovraimpressione la scritta ufficio penale. Un’immagine di cui il presidente del Consiglio della magistratura ha preso visione ufficialmente solo oggi. “I principi, comunque, sono sempre quelli che valgono per qualsiasi ambito, in qualsiasi ambito lavorativo, ma anche civile. Ci sono delle regole, adesso dobbiamo vedere se qui sono state infrante o meno, ma evidentemente se dovessero esserci delle mancanze, le accertiamo. Io parlo con tutte le riserve del caso, perché prima bisogna sempre accertare i fatti”. Il caso penale è sul tavolo del procuratore generale, Andrea Pagani.         

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