Sono oltre 900 i milioni di franchi versati alle aziende in Ticino durante la pandemia, come indennità per lavoro ridotto. Una misura che ha permesso di evitare licenziamenti e chiusure. Per fornire aiuti in modo rapido la Confederazione ha semplificato le procedure di richiesta e facilitato l’accesso alle indennità. Di fronte a tanta disponibilità, c’è però chi ha annunciato situazioni aziendali che non corrispondevano alla realtà: ore lavorative perse, personale sottoccupato mentre l’impresa lavorava invece a pieno regime. Di conseguenza, al ministero pubblico ticinese sono giunte oltre 70 segnalazioni di abusi.
I controlli della Sezione del lavoro e delle Casse disoccupazione
In un momento di emergenza, anche Sezione del lavoro e Casse disoccupazione dovevano autorizzare gli aiuti alle aziende in modo rapido, dopo un controllo solo sommario.
Nonostante ciò, talvolta sono emerse situazioni sospette, anche grazie a decine di segnalazioni fatte dai lavoratori. C’è infatti chi si è trovato a lavorare a tempo pieno, o quasi, in aziende che avevano chiesto e ottenuto il lavoro ridotto dallo Stato. Il danno economico non è ancora stato quantificato, ma è nell’ordine di milioni di franchi, che le Casse disoccupazione hanno erogato a chi non ne aveva diritto.
Le segnalazioni alla Segreteria di Stato dell’Economia (SECO)
Trattandosi di aiuti federali, le Casse disoccupazione hanno inoltrato le loro segnalazioni di sospetti abusi alla SECO, che sta procedendo a verifiche nelle aziende, anche attraverso fiduciarie locali. A fine aprile 2022 gli annunci di abuso erano in totale 1'200 in Svizzera, i controlli svolti 372, con irregolarità riscontrate in 33 casi. Un numero destinato a crescere. Quando il sospetto di abuso è confermato, la SECO fa una segnalazione al Ministero pubblico per l’avvio di una denuncia penale.
Dal canto loro, le Casse disoccupazione hanno iniziato ad avanzare richieste di restituzione del denaro erogato, la maggior parte delle quali è bloccata da opposizioni e ricorsi da parte delle aziende coinvolte.