Si chiama Romanée-Conti, ed è uno dei vini più prestigiosi al mondo. Una sola delle bottiglie prodotte nelle cantine centenarie della Borgogna, a Vosne Romanée, può costare più di 10'000 euro. Proprio questa preziossima etichetta è finita al centro di un clamoroso raggiro che approderà presto in aula.
Alla sbarra compariranno due cittadini italiani, padre e figlio, che in pochi mesi riuscirono a contraffare ben 267 esemplari. Tra il settembre del 2012 e il febbraio del 2013 vendettero il finto Romanée-Conti ad alcuni grossisti ticinesi, intascandosi oltre un milione di euro.
Nei giorni scorsi il procuratore pubblico Andrea Gianini li ha rinviati a giudizio, con la formula del rito abbreviato. Truffa aggravata e contraffazione di merci aggravata (poiché commesse entrambe per mestiere) le accuse di cui il 65enne e il 30enne, rei-confessi, dovranno rispondere alle Assise Correzionali di Lugano. La proposta di pena è di due anni di carcere sospesi, più una multa di 5'000 franchi a testa.
Francesco Lepori
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