Truffe crediti Covid, tutti condannati

Tutti condannati, ma solo uno dovrà espiare la pena. È l’esito del processo a Lugano nei confronti di sei imputati accusati di aver orchestrato un piano per ottenere una percentuale degli importi elargiti dallo Stato ad aziende che non avevano diritto agli aiuti nell’ambito dei crediti Covid.

La mente, l’ideatore del piano truffaldino è stato condannato alla pena maggiore: 32 mesi tutti da espiare per il sessantenne avvocato bernese che dopo aver presenziato ai dibattimenti nei giorni scorsi, oggi non era in aula. Il suo legale, Brenno Martignoni, ha spiegato alla corte che le sue condizioni di salute sono peggiorate e che probabilmente si trova ricoverato in un ospedale d’Oltralpe.

La corte non ha però avuti dubbi sul suo ruolo nella truffa, nonostante abbia sempre negato un suo coinvolgimento. Era lui che falsificava e gonfiava i bilanci delle aziende sull’orlo del fallimento per ottenere i crediti Covid. Metà dell’importo andava alla ditta che si prestava alla truffa, il restante veniva suddiviso fra i complici, con l’avvocato che si intascava la percentuale più alta, il 30%.

Hanno agito per puro fine di lucro, ha detto il giudice Amos Pagnamenta, per abusare degli aiuti dello Stato in un momento di difficoltà del Paese.

Agli altri imputati, tutti rei confessi, sono state comminate pene fra gli 8 e i 24 mesi, tutte sospese. Fra loro anche il titolare di una ditta del Bellinzonese che aveva beneficiato degli aiuti illeciti e un locarnese che lo aveva messo in contatto con la banda.