Ticino e Grigioni

USI, un trucchetto per gli esami

Disiscriversi per azzerare le bocciature: uno stratagemma, usato da pochi, al quale l’ateneo ha però deciso di porre rimedio

  • 01.02.2019, 19:08
  • 22.11.2024, 23:05
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CSI 18.00 del 01.02.2019: il servizio di Camilla Luzzani

RSI Info 01.02.2019, 18:43

  • tipress
Di: CaL 

La vicenda dell'Istituto Fogazzaro di Lugano, la cui attività è stata parzialmente sospesa su ordine del Dipartimento cantonale dell'educazione a seguito di presunte anomalie nel conseguimento della maturità (vd. correlati), ha avuto un'abbondante eco anche sui social. Eco e diramazioni, nel senso che tra studenti si è parlato anche di una presunta anomalia nello svolgimento degli esami all'Università della Svizzera italiana (USI), dove sarebbe possibile ripetere i test un numero di volte superiore al consentito. Questo almeno sostengono due ex studentesse.

“Hai tre tentativi per sostenere un esame, ma volendo puoi averne di più”, racconta ai nostri microfoni un’ex studentessa. Come? “All’ultimo tentativo – aggiunge la ragazza, che preferisce restare anonima - se sai di non averlo fatto bene o sei hai la conferma, da parte di un assistente o di un professore, prima che esca il risultato ufficiale sulla pagina internet ti disiscrivi: per un anno rimani immatricolato ma non puoi accedere ai corsi o agli esami. Quando rientri gli esami che non hai passato li ricominci da zero, come se fosse il primo tentativo e gli altri due non ci fossero mai stati. Conosco più di una persona che ha fatto così”.

Una zona grigia

Un escamotage che sembra sfruttare una zona grigia del regolamento universitario dell’USI, ci racconta anche un’altra ragazza che ha frequentato l’ateneo: “C’era la possibilità di congelare il proprio semestre prima della conferma del voto, per poi “scongelarlo” più avanti e azzerare i tentativi. Era una prassi conosciuta da tutti”.

È dunque vero che una pratica simile è consentita? Abbiamo interpellato l'USI, che ha preferito rispondere alle nostre domande in forma scritta, smentendo che si tratti di una prassi. "No, non si può dire che esista una pratica – scrive l’ateneo –, da attenti controlli interni abbiamo potuto individuare quattro casi che potrebbero corrispondere alla casistica indicata. Quattro casi in 22 anni e su oltre 8'600 laureati".

Nonostante i pochi casi, la possibilità di ricorrere a questo escamotage è, e lo dimostrano i controlli, reale: una sorta di trucchetto, insomma, che tuttavia, assicurano i vertici, non rappresenta una violazione alla legge cantonale alla quale si rifà l'USI. Per eliminare però completamente questa zona grigia l’istituto ha deciso di intervenire.

"L'anno scorso abbiamo avviato un processo di revisione dei regolamenti che punta - tra le altre cose, scrive l’USI - ad evitare del tutto questa casistica, seppur sporadica". Al Rettorato non risultano inoltre casi di soffiate o di favoritismi agli studenti: “La parità di trattamento è garantita”.

Resta ora da vedere quando diventerà effettivo il nuovo regolamento che vieterà ufficialmente la possibilità di annullare con questa modalità i tentativi falliti.

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