Ticino e Grigioni

Un botto a telecamere oscurate

Secondo colpo con la stessa tecnica in una settimana: dopo Coldrerio fatto esplodere e svaligiato, in pochi minuti, il bancomat della Raiffeisen di Arzo

  • 30 novembre 2018, 12:32
  • 22 novembre, 23:38
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Colpo col botto

Rescue Media / Yara Rossi 30.11.2018, 12:26

Un botto nel cuore della notte. Scatta l’allarme della banca. E alla centrale di polizia arrivano chiamate di segnalazione da parte dei vicini.

A una settimana esatta dal colpo di venerdì scorso a Coldrerio, un altro bancomat è saltato in aria nel Mendrisiotto. Stavolta un distributore automatico - esterno, come ce ne sono ancora diversi in Ticino, soprattutto nelle zone periferiche - della banca Raiffeisen del Monte San Giorgio in Via Andrea Salvatore Aglio ad Arzo. Poco lontano dal confine.

Il furto è stato compiuto poco dopo le 2.30. E la tecnica usata è la stessa di Coldrerio. I ladri sono arrivati sul posto, hanno oscurato le telecamere. Hanno usato dell’esplosivo per far saltare in aria la tastiera. E poi si sono impossessati delle banconote, verosimilmente infilando le mani nell’apparecchio appena sventrato. Il tutto in pochi minuti. E poi sono scappati. Facendo - per ora, perlomeno - perdere le loro tracce.

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RG 08.00 del 30.11.2018 - Altro colpo a un bancomat nel Mendrisiotto

RSI Info 30.11.2018, 09:07

  • Rescue Media

Alla Raiffeisen Svizzera stamane le bocche sono cucite. A Coldrerio la refurtiva ammontava a 200/300’000 franchi. In questo caso, secondo la polizia, la somma sarebbe più o meno simile: solo di poco inferiore. I danni però sono superiori rispetto ad una settimana fa: stavolta è stato danneggiato anche l’interno della filiale.

Ora tra Svizzera ed Italia c’è una certa preoccupazione: questo è infatti l'ennesimo colpo, con lo stesso modus operandi, in pochi mesi: quattro tra Lombardia e Piemonte ed un quinto ieri sera in provincia di Rimini.

E anche oggi, sul posto, sono giunti gli specialistici forensi della Scientifica della polizia di Zurigo. Vista la particolare dinamica dell'accaduto, gli inquirenti ticinesi hanno infatti ancora chiesto un supporto ai colleghi più esperti d'oltre Gottardo.

Joe Pieracci

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