Certo, nel periodo invernale la produzione agricola è sostanzialmente ferma. Ma in vista della prossima stagione, nel settore non mancano le preoccupazioni. E questo dopo che già la scorsa estate l’agricoltura ha dovuto fare i conti, anche in Ticino, con un’estate estremamente calda e soprattutto secca. Tanto che sul fronte della siccità è stata, a livello europeo, la peggiore estate in quasi cinquecento anni, secondo i dati di Copernicus, il programma europeo di osservazione della Terra.
Nemmeno l’inverno sembra ora dare una tregua: le precipitazioni si fanno ancora desiderare e le temperature sono sopra la media (in particolare nei primi giorni del 2023, in diverse località elvetiche sono stati registrati valori record). “La situazione potrebbe avere un forte influsso negativo sulla stagione agricola primaverile” afferma allora Omar Pedrini, presidente dell’Unione contadini ticinesi (UCT), interpellato dalla RSI. E aggiunge: "L’inverno è ancora lungo, i presupposti al momento non sono però i migliori".
“La vegetazione ha bisogno di riposo”
L’agricoltura è ferma, come detto. E in questa stagione la vegetazione dovrebbe poter riposare adeguatamente. Pedrini pensa per esempio ai cereali, che vengono messi in semina durante il periodo autunnale. “La situazione sarebbe ottimale se ora i campi fossero ricoperti da un manto nevoso o se fosse perlomeno presente il gelo”. Ma non è così. “Purtroppo i semi non stanno riposando come dovrebbero” osserva.
La semina dei cereali avviene durante il periodo autunnale
E poi si corre anche il rischio che, con temperature troppo elevate, la vegetazione si risvegli in anticipo, con la possibilità di trovarsi poi confrontata con un improvviso ritorno del freddo. Si tratta delle cosiddette gelate tardive, che “potrebbero rovinare il raccolto”.
L’aspetto più preoccupante, come sottolinea ancora Pedrini, è comunque la mancanza di precipitazioni. E quindi anche di neve in montagna. Una situazione che oltre a mettere attualmente in difficoltà i comprensori sciistici, tra qualche mese “potrebbe anche compromettere in parte la produzione agricola”.
Un vigneto danneggiato dal gelo
Parassiti che sopravvivono all’inverno
Sul fronte delle temperature, Pedrini ricorda che un inverno mite ha un impatto anche sul numero dei parassiti, che non cala. Parassiti che poi intaccano “la viticoltura e l’orticoltura, ma anche la campicoltura”.
E con il cambiamento climatico, osservano da parte loro i ricercatori Paul van den Berge e Lucius Tamm dell'Istituto di ricerche dell'agricoltura biologica FiBL con sede a Frick (AG), gli organismi nocivi provenienti da sud si spostano sempre più a nord. "Su questo fronte il Ticino è particolarmente esposto".
Non è una prima
I problemi che il settore agricolo potrebbe dover affrontare non sono comunque una prima, ricordano ancora gli esperti FiBL: "Il risveglio anticipato della vegetazione con conseguenti danni da gelo e la siccità invernale si sono già verificati in passato". E aggiungono: "L'aumento degli eventi meteorologici estremi è impressionante ed è fonte di preoccupazione".
Tra le principali e più importanti sfide future si conta dunque la necessità di adattare l'agricoltura ai cambiamenti climatici e alla siccità. "L'agricoltura biologica - dicono ancora van den Berge e Tamm - pone particolare attenzione alla fertilità del suolo. Un aspetto, questo, che migliora in maniera evidente la capacità di assorbire l'acqua e la stablità del suolo in caso di forti precipitazioni".
Un’ondata di caldo invernale
Non è possibile prevedere come si svilupperà, meteorologicamente parlando, l’attuale stagione invernale. Fatto sta che sinora è stato “un inverno caldissimo, con temperature decisamente sopra la media” e precipitazioni che, al sud delle Alpi, sono sotto la media, come conferma alla RSI Marco Gaia di MeteoSvizzera. Una situazione, questa, che perdura ormai dalla metà dello scorso dicembre. “Abbiamo a che fare con un’ondata di caldo invernale”, dovuta a un a massa d’aria subtropicale proveniente da sud-ovest.
Un caldo da record
Telegiornale 02.01.2023, 20:00
Secondo le previsioni di MeteoSvizzera, all’inizio della prossima settimana si verificherà un leggero calo delle temperature. E al sud delle Alpi sono anche attese alcune precipitazioni, “che saranno modeste” afferma ancora Gaia.
L’inverno 2021/22, il più mite e asciutto
Già un anno fa sul versante sud alpino si ricorda un inverno insolito: è infatti stata la stagione fredda più mite e più asciutta dall’inizio delle misurazioni nel 1864. E anche la più soleggiata, con oltre 530 ore di sole (la media storica arriva a 400).
Anche i pollini hanno anticipato i tempi
L’inverno mite non preoccupa solo le stazioni sciistiche e il settore agricolo, ma anche le persone che soffrono di allergia. Con le temperature delle scorse settimane, è infatti iniziata insolitamente presto la stagione dei pollini. Quelli di nocciolo sono stati rilevati, soprattutto al nord delle Alpi, già lo scorso 28 dicembre, come di recente comunicato dal Centro allergie Svizzera. E pochi giorni dopo erano presenti in quantità moderata nella maggior parte delle stazioni di misurazione situate in pianura. Quest’anno la fioritura del nocciolo – si legge ancora nella nota – è quindi avvenuta con venti-trenta giorni di anticipo rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020.
Pollini in anticipo a causa del caldo
Telegiornale 05.01.2023, 21:00
"Caldo" invernale e agricoltura svizzera
SEIDISERA 03.01.2023, 19:28
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