Raffaele Rosso è un chirurgo ticinese. Per un mese, durante due missioni distinte di “Medici senza frontiere” in Yemen (avvenute tra novembre e dicembre scorsi), ha vissuto anche gli aspetti più insospettabili della guerra: la segregazione di chi – come lui – opera come volontario, i mercati trasformati, popolati da bambini che dovrebbero stare a scuola e che invece sono costretti a lavorare, la visione di donne ridotte a chiedere l’elemosina.
Ma ha anche riscoperto il senso della vocazione medica, la vicinanza con il paziente e la sua sofferenza, la gioia incontenibile di chi riuscirà di nuovo a camminare grazie al suo bisturi. La sua testimonianza, da un paese dilaniato da quasi cinque anni di guerra.
RG 18.30 del 13.02.2020 L'intervista di Claudio Bustaffa