La coalizione a guida saudita che sostiene il presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi (che da tempo vive a Ryad) è intervenuta con forza, domenica, per costringere i combattenti separatisti ad abbandonare gli stabili governativi occupati in precedenza nella città portuale di Aden. Secondo fonti della coalizione, sarebbero state bombardate posizioni dei ribelli che minacciano “in modo diretto un importante sito del governo legittimo dello Yemen” auspicando un immediato ritiro da parte dei separatisti “pena nuove rappresaglie armate”. Il bilancio provvisorio degli scontri, stando a fonti locali, è di una quarantina di morti e oltre 260 feriti.
I separatisti, che combattono per l’indipendenza del sud dello Yemen, si erano impossessati del palazzo presidenziale a Aden (ormai vuoto da tempo) mentre il Governo ha denunciato un tentativo di colpo di Stato.
Nel contempo aumenta il caos nel Paese, già confrontato con cinque anni di guerra nel conflitto che vede opposti i ribelli houthi (sostenuti dall’Iran) e le forze leali al presidente Hadi (appoggiate dall’Arabia Saudita). Gli ultimi sviluppi rendono quindi ancora più complicato lo scenario di una guerra civile che ha provocato un disastro umanitario. Al conflitto principale, che oppone il governo agli houthi nelle regioni settentrionali e occidentali, si aggiunge ora l'iniziativa dei separatisti del sud.
Si complica lo Yemen
Telegiornale 11.08.2019, 22:00