"Grazie al risultato odierno il Ticino potrà compiere un concreto passo avanti per migliorare l’attrativa del sistema tributario ticinese e nel contempo rafforzare le politiche sociali del cantone". Lo scrive il Consiglio di Stato che non ha tardato a prendere posizione sull’esito della votazione cantonale di domenica.
“Sarà dunque possibile procedere a riduzioni mirate dell’onere fiscale a carico di aziende e cittadini, e introdurre una serie di incentivi a favore delle giovani aziende innovative (start-up)”.
Parallelamente, “il Cantone potrà adottare un pacchetto di misure sociali, interamente finanziato dalle aziende, che favorirà una migliore conciliabilità fra attività lavorativa e vita familiare. A beneficiare dei provvedimenti saranno in particolare le famiglie, grazie all’introduzione di un assegno parentale e di diverse forme di sostegno alla custodia dei figli”.
Il commento del consigliere di Stato Christian Vitta
“Un risultato di questo tipo era prevedibile”, ha commentato ai microfoni della RSI il consigliere di Stato Christian Vitta. “Basti pensare alla Riforma III delle imprese che in Ticino era passata, seppur di poco. L’esito conferma che quando si vota sui temi fiscali il Ticino si divide”. Per quanto concerne la bassa partecipazione al voto (il 32,4%) Vitta afferma: “È un dato che deve farci riflettere”.
Infine il voto dimostra che “quando si parla di fiscalità occorre agire con equilibrio. Se non ci fosse stato all’interno di questo pacchetto, il risultato sarebbe potuto essere anche diverso”.
Il parere del direttore del DSS Paolo Beltraminelli
“Sono molto soddisfatto per questa nuova via tracciata dal Governo” ha dichiarato il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli ai microfoni della RSI, commentando i risultati del voto sulla riforma fiscale.
Va però sottolineato, che il pacchetto sociale da 20 milioni di franchi in cui è compreso l’assegno parentale di 3'000 franchi è in gran parte finanziato dalle aziende. Il cantone ha messo poco di suo.
“Ha messo la parte fiscale – ha replicato il direttore del DSS – C’è quindi uno sgravio e il cantone era molto preoccupato di mantenere l’equilibrio dei conti a medio e lungo termine. Il fatto di aver convinto l’economia a sostenere le misure sociali con oltre 20 milioni di franchi è il patto di paese”.
Il parere di Vincenzo Cicero, del comitato dei contrari
“Perdere con 193 voti di scarto fa un po’ male”, commenta Vincenzo Cicero del sindacato UNIA, che guidava il fronte dei referendisti. “È un po’ come perdere in finale. Va comunque detta una cosa: il risultato non era per nulla scontato”.
Per Cicero inoltre: “emerge in modo evidente che il paese è spaccato in due e soprattutto che c’è una scollatura tra il Governo e la popolazione”.
Infine, per Cicero, non è corretto parlare di patto di paese: “fuori la popolazione soffre e lo ha dimostrato con questa votazione. Va quindi ringraziato chi ha votato no. È evidente che il ricatto sociale e i bisogni delle famiglie che sono stati messi in avanti, soprattutto da alcuni sindacati e penso a VPOD e OCST, hanno pesato”.
Parla Giorgio Fonio del Comitato dei favorevoli
“Quando si fanno questo tipo di votazioni quello che conta è il risultato finale” ha invece dichiarato Giorgio Fonio del Comitato interpartitico di sostegno alla riforma sociale e fiscale. “Anche solo un voto di differenza determina chi ha vinto”.
In questo caso “a vincere sono state le famiglie ticinesi, le numerose operatrici degli asili nido… Tutte quelle associazioni che hanno sostenuto in maniera convinta questa riforma fiscale e sociale capendo che il lavoro del Parlamento, improntato a un compromesso a sostegno di tutti, è stato di qualità”.
SP