Saltare il secondo anno obbligatorio di asilo per iniziare direttamente le scuole elementari. È quanto è possibile da quest'anno per i bambini nati fra ottobre e dicembre che, dall'introduzione del Concordato Harmos una decina di anni fa, erano costretti ad aspettare il compimento dei sei anni prima di poter iniziare le elementari.
Con l'inizio dell'anno scolastico nelle scuole dell'infanzia è partita in tal senso una sperimentazione della durata di due anni che prevede - appunto - la possibilità di un'accelerazione per alcuni bambini.
Fino all'introduzione di HarmoS a livello nazionale, la scuola dell'infanzia non era obbligatoria. Ora lo è a partire dai quattro anni d'età.
Sempre prima di HarmoS, per i nati fra settembre e dicembre, si decideva di caso in caso se il bambino a sei anni non ancora compiuti poteva comunque iniziare le elementari. Con il concordato, si è però fissato un limite: solo chi compie i sei anni entro il 31 luglio, può iniziare la scuola. Deroghe erano possibili per i nati entro il 30 di settembre. Un sistema che in questi anni ha suscitato non poche critiche di genitori di bambini nati dopo quella data.
Ora però il DECS ha deciso di tornare a un sistema simile - seppur non identico - a quanto in vigore prima di HarmoS, come ha spiegato ai microfoni della RSI il capo Ufficio scuola comunali Rezio Sisini.
Quindi si è deciso - prima di procedere con una modifica legislativa e di regolamento - di sperimentare per i prossimi due anni scolastici la possibilità di "accelerare" un bambino. Sisini ha spiegato che questa possibilità è un'eccezione.
In sostanza il bambino deve essere nel primo anno obbligatorio di asilo. La richiesta di accelerazione - perché il bambino sembra sufficientemente maturo - può giungere dall'ispettorato, oppure dalla famiglia. Nel primo caso - spiega il capo Ufficio scuola comunali - l'accelerazione è automatica, nel secondo caso il bambino viene osservato da ottobre a marzo, dopodiché viene deciso dall'ispettorato scolastico cosa farà l'anno seguente.
Una decisione, quella dell'ispettorato, contro la quale i genitori hanno comunque ancora la possibilità di opporsi, ricorrendo al Consiglio di Stato, fino ad arrivare al Tribunale ammistrativo.