I cianobatteri continuano a minacciare le acque ticinesi e negli ultimi giorni si sono moltiplicati i divieti di balneazione per tutelare la popolazione. Ultimo tra questi, quello diramato dal comune di Agno. All’annoso problema, noto alle autorità dal 2018, potrebbe però esserci una soluzione: una boa in grado di regolare la fioritura di alghe attraverso gli ultrasuoni. Ma non solo.
“Il sistema che noi vogliamo proporre toglierebbe la competitività dei cianobatteri rispetto ad altre alghe”. A spiegare il funzionamento del nuovo strumento è il geologo Federico Galster, coinvolto nel progetto ad Agno.
In pratica si gettano nel lago dei galleggianti, delle boe munite con pannelli solari e particolari sensori “che forniscono continuamente una rappresentazione della situazione chimica e fisica in quel punto”, illustra sempre Galster. Le informazioni registrate dalla boa vengono poi inoltrate ad un computer centrale che, attraverso degli algoritmi, regola l’emissione degli ultrasuoni. Questi impattano poi sui cianobatteri, ostacolandone la proliferazione.
Concentrazione di cianobatteri nel Ceresio
Il golfo di Agno sarebbe ideale per proporre l’esperimento. Come mostrano le fotografie, la zona è da anni particolarmente soggetta all’invasione delle alghe tossiche. Gli scatti satellitari mostrano la presenza dei cianobatteri nei laghi, evidenziando con colori sempre più caldi le concentrazioni maggiori.
Come si può vedere, già nel 2020 le coste di Agno erano tra le più colpite dalla flora velenosa. Tre anni dopo, la situazione non è mutata. “È la zona che si presta meglio perché si trova un po’ confinata” ha chiarito Galster che, assieme al suo team, ha già presentato un piccolo progetto al Cantone.
Ceresio invaso dai cianobatteri: c'è chi cerca soluzioni
SEIDISERA 22.08.2023, 18:35
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