Saranno stanziati in sette botti gli oltre 350 litri di grappa, risultato della distillazione, terminata martedì a Mezzana, di tre tonnellate e mezza di vinaccia: tre di queste botti saranno di robinia. Il progetto è una prima e la speranza è che le caratteristiche del legno d'acacia siano trasmesse al liquido migliorandone il gusto. L'esperimento sarà condotto dall'ingegnera alimentare di Agroscope specializzata nei distillati Sonia Petignat-Keller.
"Abbiamo distribuito la grappa in tre botti di robinia, tre di rovere e una d'acciaio e, per sei mesi a scadenze regolari, le degusteremo, facendo dei test con un naso elettronico per capire se l'esperimento darà i risultati sperati", ha commentato la specialista alla RSI.
L’idea è quella di destinare ad un uso più nobile questa pianta proveniente dal nord America, che è arrivata in Ticino oltre un secolo fa, dove è distribuita su circa 1’000 ettari specialmente nel Sottoceneri.
Il suo legno è da sempre usato per altri scopi data la sua crescita rapida, il grande valore energetico e la notevole durata nel tempo. "La sua lavorazione non è delle più semplici data la natura nervosa ma utilizzandolo per botti relativamente piccole – circa 50 litri – le tensioni legate al materiale si manifestano molto meno", ha specificato Danilo Piccioli direttore di Federlegno.
Questa nuova grappa si farà conoscere agli appassionati solo nel 2022, quando è prevista la sua commercializzazione, sempre che il risultato rispetti, o addirittura superi le aspettative dell’ambizioso progetto di Agroscope.
Botti di robinia per la grappa
Il Quotidiano 12.11.2019, 20:00