Un errore di manipolazione di un macchinario per l'infusione di liquido di contrasto sarebbe la causa delle quattro infezioni da epatite C avvenute all'ospedale Civico di Lugano (vedi correlato). L'incarto sulla vicenda è stato trasmesso dal medico cantonale al Ministero pubblico nelle scorse ore. L'inchiesta coordinata dal procuratore generale John Noseda dovrà ora verificare l'eventuale esistenza di responsabilità penali nell'accaduto. Per il momento nessuno è indagato.
Dalle verifiche interne dell’EOC e del medico cantonale è stato escluso il dolo. “È palese che ci sia stata una manipolazione infelice. L’errore umano capita, ciò che conta è limitare al massimo questo rischio. Dopo l’intervento sulle procedure, il rischio che accada di nuovo è ulteriormente ridotto”.
CSI 18.00 del 21/05/2014 Il medico cantonale Giorgio Merlani nel servizio di Darco Degrussa
RSI Info 21.05.2014, 19:36
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"È un caso sfortunato"
Antoine Casabianca, presidente dell'ACSI
La notizia ripropone interrogativi sull'effettivo controllo della qualità delle cure all'interno degli ospedali e sull'opportunità di ogni esame diagnostico o di intervento terapeutico. Per Antoine Casabianca, interpellato dalle Cronache della Svizzera italiana, presidente dell'Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana, si tratta di "un caso sfortunato". "Non credo ci sono carenze nei controlli”, spiega. Casabianca è convinto che la procedura eseguita è quella standard e il potenziale di miglioramento non è significativo.
"Il rischio zero non esiste"
Raffaele Rosso, capo Dipartimento chirurgia dell'EOC e presidente della Società svizzera di chirurgia, ha invece detto che "è un incidente grave e che fa male, ma ricordiamoci che il rischio zero non esiste".
CSI 18.00 del 21/05/2014 Antoine Casabianca dell'ACSI e il chirurgo Raffaele Rosso nel servizio di Furio Ghielmini
RSI Info 21.05.2014, 20:01
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Red. MM/CSI