L’arco alpino ha più facce, spesso distanti pochi chilometri l’una dall’altra. C’è quella costruita, da dove la natura ha dovuto fare un passo indietro, e c’è quella più selvaggia, dove sopravvive la biodiversità. Aree preziose, che l’uomo deve anzitutto imparare a riconoscere e rispettare. Un aiuto, in questo senso, arriva dal Festival della natura, in pieno svolgimento in tutta la Svizzera.
La RSI ha acceso le sue telecamere ad Airolo, dove, in pochi metri quadri, si può ammirare la biodiversità, per imparare a conoscere e rispettare la natura. In una stanza c’è tutta la ricchezza della Val Piora, dove animali e vegetali hanno imparato ad adattarsi. L’attenzione di questa mostra, infatti, è posta sulla capacità di adattamento al clima alpino da parte di numerose specie, grandi e piccole, animali e vegetali. Una ricchezza naturalistica accumulata nel tempo, miccianata dal cambiamento climatico e in particolare dell’innalzamento delle temperature in quota.
Il vero limite alla sopravvivenza della biodiversità sull’arco alpino è quindi l’uomo. Il suo comportamento è determinante anche per tutelare singole aree. Nella regione del Piora, l’allevamento di bestiame è presente da centinaia d’anni, a dimostrazione che una convivenza è possibile. Il rischio di rompere l’equilibrio, giunge piuttosto dal turismo.
L’esposizione di Airolo è solo uno dei numerosi appuntamenti che fino a domenica in tutta la Svizzera animano il Festival della natura. Tutte occasioni utili per conoscere e rispettare la biodiversità.
Le contraddizioni della sostenibilità
Il Quotidiano 22.05.2024, 19:00