Ticino e Grigioni

"Volare è il sogno dell'essere umano"

Gli incidenti, l’ultimo martedì in Valle di Blenio, non fermano i basejumper. E la Svizzera, per loro, è la Mecca. L’intervista alla campionessa vodese Géraldine Fasnacht

  • 9 giugno 2019, 20:14
  • 22 novembre, 21:59
02:52

CSI 18.00 del 09.06.2019 L'intervista di Ludovico Camposampiero a Géraldine Fasnacht

RSI Info 09.06.2019, 20:12

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Di: Ludovico Camposampiero 

Un basejumper italiano ferito dopo essersi lanciato dalla diga del Luzzone: è il bilancio dell’incidente avvenuto martedì in Valle di Blenio. È l’ultimo del genere avvenuto in Svizzera, ma non il primo, dato che il paese è una delle mete preferite da chi si lancia con il paracadute o la wingsuit, la tuta alare, da dighe o pareti montagnose. Il posto più rinomato è Lauterbrunnen, nel Canton Berna, ma anche il Ticino è molto battuto, come testimoniano i numerosi video postati soprattutto su Youtube. Il Poncione d’Alnasca, 2'301 metri, nel cuore della Valle Verzasca, è per esempio una cima molto apprezzata dai moderni Icaro dalle ali di nylon.

Per quale motivo, tuttavia, una persona dovrebbe saltare nel vuoto con una tuta da lancio? Come ci prepara e soprattutto come si gestisce il rischio residuo proprio della disciplina? Domande che abbiamo rivolto alla vodese Géraldine Fasnacht: 38anni, professionista degli sport estremi, nel 2014 è stata la prima persona a lanciarsi in wingsuit dalla cima del Cervino:

Géraldine Fasnacht, come si gestisce il rischio di una disciplina come il base jumping?

"Il base jumping è uno sport di montagna e come tale comporta dei rischi: bisogna essere sempre preparati, tecnicamente, fisicamente e, soprattutto, mentalmente. Ci vuole moltissimo allenamento, ma bisogna anche conoscere i luoghi e saper analizzare la situazione e studiare le condizioni metereologiche".

È uno sport estremo, ci vuole molta preparazione: lei, come si allena?

"Sono un’atleta professionista e pratico lo snowboard freeride da quando avevo 15 anni. Ho partecipato a molte gare internazionali e vinto diverse competizioni. Mi alleno costantemente per scendere con la tavola e questa stessa dedizione la applico ai salti con la tuta alare: non posso fare niente alla leggera! La montagna non si prende alla leggera: tutto deve essere preparato nei minimi dettagli"

Gli incidenti, tuttavia, capitano: perché? Cosa può andare storto?

"Sì, gli incidenti capitano, ma lo stesso vale sulla strada, per esempio. Ma appunto sono incidenti: avvenimenti inattesi. È triste, certo, ma nella maggior parte dei casi sono dovuti a errori umani. Il materiale tecnico è estremamente affidabile. Ogni volta che si verifica un’incidente, lo analizziamo per capirne il motivo per mettere in guardia i basejumper e ridurre ulteriormente i rischi. Gli errori però possono verificarsi: magari si analizzano male le condizioni meteorologiche, il vento, oppure possono essere dovuti alla scarsa esperienza o, semplicemente, una persona può scivolare alla partenza e questo è terribile".

Perché vi lanciate nel vuoto? Cosa cercate voi basejumper?

“Perché ci lanciamo nel vuoto? Perché volare è il sogno dell’essere umano da sempre. Ed era anche il mio di sogno. E ora lo vivo: è una sensazione eccezionale…. Ci si fonde con l’elemento aria. Non è vero che cadiamo nel vuoto: ci appoggiamo sull’aria come ci appoggiamo sull’acqua quando nuotiamo, ma voliamo”.

Sappiamo che anche Il Ticino è un posto frequentato dai basejumper, c’è un motivo particolare?

"In Ticino ci sono posti magnifici dove praticare il basejumping. Ma lo stesso vale per il resto della Svizzera: il posto più conosciuto è Lauterbrunnen, nel canton Berna, ma nel mondo la Svizzera intera è la mecca del basejumping. I tre quarti del paese è montagna: ne abbiamo fra le più belle al mondo, non solo per l’alpinismo o il freeride, ma anche per i salti col paracadute o la tuta alare! E in Ticino, uno dei posti che preferisco è il Poncione!".

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