1945 – Il prezzo della pace. Una grande operazione SSR - RSI - Play Suisse
1945, una data che significa la fine della Seconda Guerra Mondiale, il momento della liberazione dalla paura, la rinascita della voglia di ricostruire dopo il terrore. Ma anche – è il caso della Svizzera – l’occasione di fare i conti con il passato della guerra, con le luci di un Paese neutrale che ha rappresentato l’ancora di salvezza per molti. E che non nasconde, anzi ne vuol discutere, delle ombre di compromessi e di comportamenti opportunisti che la storia avrebbe poi giudicato severamente. Per la SSR, ritornare su quella data storica con una offerta variegata di trasmissioni rappresenta l’occasione di fornire al proprio pubblico un grande affresco della memoria su un’epoca di grandi cambiamenti, domande, slanci ideali.
Una serie tv in sei puntate
Iniziamo dall’offerta televisiva. E dalla grande serie “Il prezzo della pace”, in onda su RSI LA 1, ore 22, a partire da domenica 8 novembre. Per tre domeniche di seguito, la fiction – che porta la firma per l’idea e la sceneggiatura di Petra Volpe e del regista Michael Schaerer - ci riporterà alla primavera del 1945. Klara Frey (Annina Walt) proviene da una famiglia di artigiani, ma lavora in una casa di accoglienza per rifugiati dove conosce bambini e ragazzi sopravvissuti ai campi di concentramento. Questi incontri sconvolgono la sua fede nella bontà delle persone e scatenano un feroce conflitto con la sua famiglia e suo marito Johann Leutenegger (Max Hubacher), che ha appena rilevato l'azienda di famiglia dal padre di Klara. Il senso di giustizia di Klara la lega a suo cognato Schwager Egon Leutenegger (Dimitri Stapfer), funzionario federale impegnato a garantire che i nazisti fuggiti in Svizzera ottengano la giusta punizione.
Ricordiamo che su Play Suisse, la nuova piattaforma in streaming della SSR, tutte le sei puntate della serie saranno disponibili in italiano, tedesco, francese già a partire dal 7 novembre e così le altre produzioni di questa iniziativa.
Nel passato della EMS-Chemie
Ma la serie tv è soltanto uno degli anelli della catena dell’offerta RSI. L’antipasto di qualità è rappresentato dal documentario di Hansjürg Zumstein Ems Chemie – la storia nascosta. Collaborazioni oscure del dopoguerra, che andrà in onda domenica 8 novembre alle 20.40 in Storie. Frutto di una minuziosa ricerca storica, il documentario racconta della nota fabbrica grigionese Ems-Chemie- al tempo Hovag -, che si avvalse della collaborazione di chimici tedeschi, dal passato nazista. È una storia incredibile: senza i chimici nazisti e l’aiuto di un importante politico socialista, il più grande datore di lavoro privato del canton Grigioni difficilmente sarebbe sopravvissuto al secondo dopoguerra. Oggi, Ems-Chemie Holding SA è un’azienda internazionale di successo – con oltre 2800 collaboratori e un fatturato annuo di oltre 2 miliardi di franchi – alla cui guida è Magdalena Martullo-Blocher, figlia dell’ex Consigliere federale Christoph Blocher.
Le ricerche condotte da SRF DOK dimostrano che il ruolo svolto dal socialista Robert Grimm fu cruciale. Nel 1945, due importanti membri delle SS, che conoscevano Grimm grazie agli accordi di importazione di carburante in essere durante il conflitto, si rifugiarono in Svizzera, sotto la sua protezione. In cambio, gli uomini delle SS fecero in modo che il proprietario dell’azienda grigionese entrasse in contatto con un grande scienziato del Terzo Reich: il dottor Johann Giesen, responsabile, presso la IG-Farben, della produzione del perlon, un materiale sintetico simile al nylon americano.
Giesen era un uomo dal passato oscuro. Oltre all’azienda per la produzione di perlon, gestì anche la fabbrica di metanolo situata nel complesso industriale di Auschwitz-Monowitz, costruito con il lavoro forzato dei prigionieri dei campi di concentramento, i quali venivano sterminati nelle camere a gas quando non erano più in grado di lavorare.
Nell’Archivio federale di Berna – come dimostra il documentario – sono stati trovati dei documenti in cui si comprova come Grimm fosse informato del passato oscuro di Giesen.
Il documentario riporta la presa di posizione del Partito Socialista e di Christoph Blocher sul ruolo di Robert Grimm, alla luce dei fatti storici e delle ricerche condotte dai giornalisti di SRF DOK. La famiglia Blocher non ha responsabilità precedenti al 1969 per quanto riguarda l’azienda, ma la testimonianza dell’ex consigliere federale è importante per capire che cosa veramente successe nel 1945.
L’accoglienza dei bambini dei lager
L’attenzione di RSI LA 1 al tema 1945 si chiude giovedì 26 novembre con un secondo documentario di Hansjürg Zumstein, I bambini di Buchenwald - Una storia svizzera di aiuto, che andrà in onda ne Il filo della storia, ore 22.30.
Il documentario ricostruisce la storia della cosiddetta Azione Buchenwald, un'operazione di sostegno nazionale per le vittime del nazismo grazie alla quale vennero accolti in Svizzera, alla fine della Seconda guerra mondiale,
2000 ragazzi provenienti dal campo di concentramento di Buchenwald per un periodo di recupero psicofisico.
Sulla base dei documenti storici esistenti, grazie alle analisi degli esperti, del contributo dell'attuale direttore della Croce Rossa Markus Mader e dell'eccezionale racconto di un testimone dell'epoca, Leon Reich, emerge il racconto di un'azione umanitaria che non si svolse senza intoppi.
Charlotte Weber, pedagogista e musicista di Olten, allora responsabile del centro della Croce Rossa che accolse i ragazzi e di cui rimane un'intervista nella cineteca svizzera, si prese cura dei giovani, che furono rinchiusi in campi circondati da filo spinato e sotto osservazione militare; cibo e materiale scolastico scarseggiavano.
Un documentario ricco di archivi e con estratti della fiction, dalle forti emozioni e che tra solidarietà, successi e fallimenti, storia locale e mondiale, racconta un capitolo poco conosciuto della Svizzera terra di accoglienza alla fine del secondo conflitto mondiale.
“1945 di nuovo da capo” - Un gioco per il web RSI
Il web è parte integrante dell’offerta RSI. Per i fruitori della nostra piattaforma Play RSI, abbiamo pensato a mettere in gioco 8 volti di RSI, SRF, RTS e RTR, che si sono incontrati per capire chi ne sa di più sulla storia della Svizzera durante la Seconda Guerra mondiale. Ne è uscito un gioco da tavolo, “1945 di nuovo da capo”, che ha messo a dura prova le reminiscenze storiche di conduttori, animatori radio e redattrici web della SSR.
Bruno Boccaletti
Responsabile Cultura, Dipartimento Cultura e Società