Prosegue il nostro viaggio nella galassia di Rete Tre: questa volta conosceremo meglio colui che da qualche settimana regge il timone della trasmissione pomeridiana Avanti tutta!, in onda dal lunedì al venerdì alle 13.45.
Alessio, o meglio di DJ Sterky, parlaci della tua nuova avventura radiofonica.
Mi hanno chiesto di occuparmi del primo pomeriggio, quel momento del giorno che per molti è una dura lotta contro l’abbiocco, probabilmente perché sono una persona vivace e positiva (non al tampone per fortuna). Perciò non poteva che chiamarsi: Avanti Tutta! È un luogo radiofonico multitasking, con un alto contenuto di endorfine ed energia che si nutre di notizie fresche, di interviste a personaggi propositivi ma anche di aneddoti casuali generati dall’entropia che permea gli accadimenti di tutti noi. Un multiverso radiofonico dove da un semplice avocado può nascere un intero ventaglio di galassie esperienziali che manco la buonanima di Stephen Hawking avrebbe potuto teorizzare. Storie che decollano da semplici esperienze di vita vissuta o dal sapere universale, per restare umili.
Qual è il tuo approccio al microfono?
Cerco di raccontare con ironia quanto vivere sia meraviglioso e tragicomico allo stesso momento. Dalle avventure felici ma faticose dei neogenitori come me e Nina (la mia “santa” partner) alle gioiose tecnologie del futuro, passando per le quotidiane follie dei terrestri. Insomma, una via di mezzo tra una lounge room da aeroporto con tutti i comfort a portata di mano e una sala d’aspetto di uno psicoterapeuta con quella musichina ricca di buone speranze.
Ci racconti la tua radio-storia?
La mia storia microfonica è cominciata col mio primo radioregistratore grande come un mattone con cui “torturavo” i compagni di classe alle medie di Lugano Besso. Il salto di qualità è avvenuto quando ho superato incredibilmente il provino a Rete Tre negli anni ‘90. Da quel momento ho iniziato una carriera come “operaio microfonico” che mi ha portato a condurre ogni sorta di programma in studio ma anche fuori dai 4 angoli del Ticino e della Mesolcina. Adoro il contatto diretto con gli ascoltatori e le ascoltatrici e adoro il mondo che gravita attorno ai palchi. In un mondo di “solitari digitali”, secondo me la radio oggi deve essere super inclusiva e deve essere un’aperta e sincera confidente di chi la segue.
Oltre ad essere un apprezzato animatore radiofonico sei anche un DJ ben noto alle nostre latitudini e non solo…
Esatto, fino alla pandemia ho lavorato come selezionatore di musiche, che poi è un modo più figo per dire DJ, al Living Room Club e in centinaia di party ed eventi della Svizzera italiana con qualche capatina oltralpe in party “epocali” con gli studenti universitari ticinesi “in dentro”. Ricordo con gioia tra gli altri i DJ-set a Zurigo all’Extra al party dell’Astaz e al Fri-son di Friborgo al party LIDO. Ma anche quelli al Capodanno in piazza a Lugano, a Festate a Chiasso, alla Rotonda del Festival di Locarno. Non dimentichiamo poi il treno discoteca che Rete Tre organizza con le FFS da più di vent’anni (mio Dio!) per portare i ravers del sud della Svizzera alla Streetparade di Zurigo, un unicum che spero tornerà appena finirà questa maledetta pandemia.
E ovviamente non può mancare la domanda sulla nascita del tuo curioso soprannome.
È nel 2006 che decido di trovarmi un nickname, perché essere me stesso cominciava a starmi troppo stretto. Ne volevo uno non troppo banale e che rimanesse impresso nella mente degli ascoltatori e che fosse una maschera con il quale poter veicolare ogni tipo di contenuto senza essere mai preso troppo sul serio, anche perché noi speaker sembriamo esperti in tutto ma in realtà non è così, e dicendo questo spero di non avervi spezzato il cuore. Desideravo quindi essere un animale che suscitasse simpatia ma che avesse anche un significato di forza, umiltà e resilienza. Cosa meglio di uno scarabeo stercorario che ricicla a suo favore gli scarti degli altri? Ed è stato pure venerato nell’antico Egitto. Metaforicamente si potrebbe tradurre anche in una figura che non si fa abbattere da ciò che di brutto gli piove addosso, ma che anzi può usarla per acquisire più forza. Un po’ come nell’Aikidō che scherzi a parte si basa sui principi di non violenza, armonia e pace che condivido pienamente.
AUTOBIO
Io sono la rivincita dei nerd! Vi sembra un’affermazione cafona? Sono quello coi denti storti, i piedi piatti, gli occhiali, magrolino, sempre in ritardo, scarso nelle attività fisiche, ma iperattivo. E sono quello che veniva posteggiato nella friend zone. Grazie allo Stato Sociale ticinese ho corretto alcuni difetti fisici e grazie alla scuola pubblica ticinese ho recuperato colpo su colpo. Grazie a tutti! Ora sto meglio (anche se scuocio regolarmente la pasta, maledizione!). Canzone preferita: “Loser” di Beck.
Alla scoperta di Alessio Arigoni, per gli amici DJ Sterky
Prosegue il nostro viaggio nella galassia di Rete Tre: questa volta conosceremo meglio colui che da qualche settimana regge il timone della trasmissione pomeridiana Avanti tutta!, in onda dal lunedì al venerdì alle 13.45.
Alessio, o meglio di DJ Sterky, parlaci della tua nuova avventura radiofonica.
Mi hanno chiesto di occuparmi del primo pomeriggio, quel momento del giorno che per molti è una dura lotta contro l’abbiocco, probabilmente perché sono una persona vivace e positiva (non al tampone per fortuna). Perciò non poteva che chiamarsi: Avanti Tutta! È un luogo radiofonico multitasking, con un alto contenuto di endorfine ed energia che si nutre di notizie fresche, di interviste a personaggi propositivi ma anche di aneddoti casuali generati dall’entropia che permea gli accadimenti di tutti noi. Un multiverso radiofonico dove da un semplice avocado può nascere un intero ventaglio di galassie esperienziali che manco la buonanima di Stephen Hawking avrebbe potuto teorizzare. Storie che decollano da semplici esperienze di vita vissuta o dal sapere universale, per restare umili.
Qual è il tuo approccio al microfono?
Cerco di raccontare con ironia quanto vivere sia meraviglioso e tragicomico allo stesso momento. Dalle avventure felici ma faticose dei neogenitori come me e Nina (la mia “santa” partner) alle gioiose tecnologie del futuro, passando per le quotidiane follie dei terrestri. Insomma, una via di mezzo tra una lounge room da aeroporto con tutti i comfort a portata di mano e una sala d’aspetto di uno psicoterapeuta con quella musichina ricca di buone speranze.
Ci racconti la tua radio-storia?
La mia storia microfonica è cominciata col mio primo radioregistratore grande come un mattone con cui “torturavo” i compagni di classe alle medie di Lugano Besso. Il salto di qualità è avvenuto quando ho superato incredibilmente il provino a Rete Tre negli anni ‘90. Da quel momento ho iniziato una carriera come “operaio microfonico” che mi ha portato a condurre ogni sorta di programma in studio ma anche fuori dai 4 angoli del Ticino e della Mesolcina. Adoro il contatto diretto con gli ascoltatori e le ascoltatrici e adoro il mondo che gravita attorno ai palchi. In un mondo di “solitari digitali”, secondo me la radio oggi deve essere super inclusiva e deve essere un’aperta e sincera confidente di chi la segue.
Oltre ad essere un apprezzato animatore radiofonico sei anche un DJ ben noto alle nostre latitudini e non solo…
Esatto, fino alla pandemia ho lavorato come selezionatore di musiche, che poi è un modo più figo per dire DJ, al Living Room Club e in centinaia di party ed eventi della Svizzera italiana con qualche capatina oltralpe in party “epocali” con gli studenti universitari ticinesi “in dentro”. Ricordo con gioia tra gli altri i DJ-set a Zurigo all’Extra al party dell’Astaz e al Fri-son di Friborgo al party LIDO. Ma anche quelli al Capodanno in piazza a Lugano, a Festate a Chiasso, alla Rotonda del Festival di Locarno. Non dimentichiamo poi il treno discoteca che Rete Tre organizza con le FFS da più di vent’anni (mio Dio!) per portare i ravers del sud della Svizzera alla Streetparade di Zurigo, un unicum che spero tornerà appena finirà questa maledetta pandemia.
E ovviamente non può mancare la domanda sulla nascita del tuo curioso soprannome.
È nel 2006 che decido di trovarmi un nickname, perché essere me stesso cominciava a starmi troppo stretto. Ne volevo uno non troppo banale e che rimanesse impresso nella mente degli ascoltatori e che fosse una maschera con il quale poter veicolare ogni tipo di contenuto senza essere mai preso troppo sul serio, anche perché noi speaker sembriamo esperti in tutto ma in realtà non è così, e dicendo questo spero di non avervi spezzato il cuore. Desideravo quindi essere un animale che suscitasse simpatia ma che avesse anche un significato di forza, umiltà e resilienza. Cosa meglio di uno scarabeo stercorario che ricicla a suo favore gli scarti degli altri? Ed è stato pure venerato nell’antico Egitto. Metaforicamente si potrebbe tradurre anche in una figura che non si fa abbattere da ciò che di brutto gli piove addosso, ma che anzi può usarla per acquisire più forza. Un po’ come nell’Aikidō che scherzi a parte si basa sui principi di non violenza, armonia e pace che condivido pienamente.
AUTOBIO
Io sono la rivincita dei nerd! Vi sembra un’affermazione cafona? Sono quello coi denti storti, i piedi piatti, gli occhiali, magrolino, sempre in ritardo, scarso nelle attività fisiche, ma iperattivo. E sono quello che veniva posteggiato nella friend zone. Grazie allo Stato Sociale ticinese ho corretto alcuni difetti fisici e grazie alla scuola pubblica ticinese ho recuperato colpo su colpo. Grazie a tutti! Ora sto meglio (anche se scuocio regolarmente la pasta, maledizione!). Canzone preferita: “Loser” di Beck.