Dovevano essere dati riservati. E invece le informazioni di 50 milioni di consumatori sono state utilizzate da una società di marketing per influenzare le elezioni negli Stati Uniti. Tutte informazioni che gli utenti avevano postato su Facebook e che non sarebbero dovute arrivare nelle mani di una società di consulenza.
Sotto accusa insomma c’è il social media più diffuso nel mondo dove quei cittadini hanno postato, condiviso, introdotto informazioni sulla loro vita. Succede ogni giorno, in ogni parte del mondo, anche in Svizzera. Dalle amicizie agli hobby, dalle abitudini ai luoghi frequentati: informazioni che i cittadini riversano nei social media volontariamente, senza sapere però che qualcuno può utilizzarli in modo inadeguato e forse anche illegale.
Patti chiari racconta il volto nascosto della privacy violata e mostra come ognuno di noi permette ai motori di ricerca di controllarci. Eppure basterebbero alcune precauzioni, a volte banali, per mettere più al sicuro i nostri dati personali.
Spiati da Facebook
RSI Inchieste 23.03.2018, 23:48