Quella che racconta Patti chiari è la storia di uno spreco. 100 milioni di franchi all’anno buttati via dalle casse malati. A tanto ammonta infatti la differenza di prezzo di tanti dispostivi medici (dalle garze alle cavigliere, dalle stampelle alle siringhe monouso fino alle bende) se vengono acquistati pagando di tasca propria, o se ci si presenta in farmacia con una ricetta medica.
Il prodotto è sempre lo stesso, ma il prezzo cambia. Di molto. Moltissimo. Anche otto volte di più. Ma come è possibile?
La spiegazione sta in una lista, chiamata EMAp: elenco dei mezzi e apparecchi medici. Sta scritto tutto lì. Prezzi compresi.
Ma la cosa assurda è che quei prezzi sono stati fissati dall’Ufficio federale della salute. L’autorità è a conoscenza di questa situazione, che si trascina da anni, ma non interviene.
Perché? Questi i retroscena di uno spreco sanitario assurdo, che alla fine pagano tutti gli assicurati.
"Sprechi sanitari" di Magnus Renngli (Patti chiari, 29.04.2016)
RSI Inchieste andate in onda 29.04.2016, 23:21
Il commento dell'Ufficio federale della salute: "determinante per la fatturazione a carico dell'assicurazione malattia è il prezzo di mercato del prodotto e non quello della lista EMAp. Quindi la fatturazione a carico delle casse malati di prezzi differenti rispetto a quelli della vendita diretta, deve essere chiaramente qualificata come abusiva".
L’Ufficio federale della salute ammette però che gli importi massimi rimborsabili in alcuni casi sono eccessivi e che non sono più stati adeguati da anni. Poi conclude scrivendo che per correggere questa situazione è in corso un progetto di revisione di questi costi.
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