La sede è la storica sala del centro cittadino di Lugano: il Cinema Corso, progettato da Rino Tami e dalla Studio Tami nel 1954, inaugurato nel 1956 con la proiezione di L'uomo che sapeva troppo di Hitchcock, andato in declino con l'avvento delle tecniche di proiezione digitali e ora - salvo singoli eventi - chiuso al pubblico da una paio di stagioni.
L'interno del Cinema Corso
Dal 5 al 9 ottobre riapre in tutto il suo splendore per accogliere il terzo
Film Festival Diritti Umani. Due nuovi direttori artistici, Olmo Giovannini e Antonio Prata, che hanno selezionato venti titoli: "
con in filigrana il tema dei diritti umani, ma con importanza forte alla qualità artistica dei film proposti".
Incontri con registi, autori e altri ospiti ad accompagnare le proiezioni, anche perché lo scopo è far circolare le idee, come ricorda Mauro Arrigoni, membro della Fondazione Diritti Umani, promotrice della manifestazione: "il film è un linguaggio diretto, poi è importante che degli specialisti diano una chiave di lettura per aprire una riflessione e un dibattito sui temi".
5.10.2016: presentazione del Festival nell'Attualità culturale (Rete Due)
RSI Cultura 05.10.2016, 16:18
Contenuto audio
Nella cinque giorni opere d'ogni tipo (sfoglia il programma completo), tra le quali il documentario ticinese Periferia del nulla.
Ricamatrici della realtà: la mostra
A margine dell'evento, allo
Spazio 1929 di Lugano, è aperta anche la mostra
Ricamatrici della realtà, curata da Daniele Agostini.
MZ
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