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Amazzonia, i killer confessano

Svolta nelle indagini sulla scomparsa del giornalista britannico e del ricercatore brasiliano: ritrovati resti umani nel luogo indicato da uno dei sospettati

  • 16 giugno 2022, 09:32
  • 20 novembre, 15:42
01:19

Notiziario 7.00 del 16.06.2022 - Il servizio di Emiliano Guanella

RSI Info 16.06.2022, 09:32

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In Brasile c’è stata un’importante svolta nelle indagini sulla scomparsa dieci giorni fa del giornalista britannico Dom Phillips e del ricercatore brasiliano Bruno Pereira. La polizia ha ottenuto la confessione dei due presunti killer che li avrebbero uccisi domenica 5 giugno, e avrebbe anche ritrovato i corpi.

"Ieri sera abbiamo ottenuto una confessione dal primo dei due sospetti arrestati [...] che ci ha raccontato nei dettagli come è stato commesso il crimine e dove sono stati seppelliti i corpi", ha dichiarato mercoledì il capo della polizia federale dello stato di Amazonas. Il sospetto ha ammesso di aver partecipato al crimine.

"Le ricerche continueranno, ma sono già stati trovati resti umani", ha aggiunto. "Non appena saremo in grado di verificare attraverso la scientifica che questi sono i resti dei corpi di Dom Phillips e Bruno Pereira, saranno restituiti alle famiglie.

Le autorità brasiliane stanno ora cercando di ricostruire la dinamica del delitto e identificare gli eventuali mandanti. Un delitto avvenuto in una delle regioni più violente dell'Amazzonia, che ha scosso l'opinione pubblica brasiliana e non solo.

Il primo sospetto, un pescatore di 41 anni soprannominato "Pelado", è stato arrestato il 7 giugno. I testimoni hanno riferito di averlo visto sfrecciare su un'imbarcazione che andava nella stessa direzione di quella di Dom Phillips e Bruno Pereira prima della loro scomparsa. Il secondo sospetto, noto come "Dos Santos", è stato arrestato martedì per sospetto coinvolgimento nel caso, secondo la polizia federale.

Il giornalista britannico e l'esperto brasiliano sono stati visti per l'ultima volta il 5 giugno durante una spedizione nella zona della Valle del Javari. Questa regione, vicina al confine con Perù e Colombia, è nota per essere molto pericolosa, con molteplici attività di traffico di droga, pesca e ricerca e traffico illegale di oro. Negli ultimi anni, è diventato un asse strategico per i narcotrafficanti, che trasportano via fiume la cocaina o la cannabis prodotte nei Paesi confinanti con il Brasile, in particolare Colombia e Perù.

Due vite per l'Amazzonia

Dom Phillips, 57 anni, autore di decine di reportage sull'Amazzonia, aveva visitato nuovamente la regione nell'ambito delle sue ricerche per un libro sulla conservazione ambientale.

Bruno Pereira, 41 anni, noto esperto e difensore dei diritti dei popoli indigeni, ha lavorato per molti anni presso l'agenzia governativa brasiliana per gli affari indigeni (Funai). Ha riferito più volte di essere stato minacciato da taglialegna, minatori e pescatori illegali che cercano di invadere le terre protette.

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Giornalista disperso in Amazzonia

Telegiornale 08.06.2022, 14:30

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