Una "via d'acqua transalpina" che partendo da Genova potesse attraversare la pianura Padana, entrare nel Lago di Como, salire a Chiavenna e arrampicarsi poi verso il passo dello Spluga. A 1'200 metri di altezza, una galleria di 15 chilometri che porta alle gole della Roffla, poi alla Viamala, in seguito a Thusis e poi nel Reno, attraverso il lago di Costanza per raggiungere Sciaffusa e Basilea.
Era l'idea visionaria dell'ingegner Pietro Caminada, nato a Milano e di origini retiche, ripresa da un libro di prossima riedizione su 25 personalità visionarie svizzere incomprese.
Erano previste due linee parallele di tubi che comunicano tra loro: quando un battello scendeva, l'acqua sarebbe stata rilasciata da una canna all'altra con un "movimento continuo", come sottolineò Caminada nel suo brevetto del 1910.
Un progetto che entusiasmò il mondo intero... tranne parte dei grigionesi, che vedevano nell'idea di Caminada una concorrenza al progetto del traforo ferroviario dello Spluga.