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Naufragio di Cutro, sei indagati

Perquisizioni giovedì in sedi di Guardia di finanza e Guardia costiera - Incongruenze in orari e documenti - La tragedia della migrazione ha causato almeno 94 morti in febbraio

  • 2 giugno 2023, 12:48
  • 24 giugno 2023, 08:31
02:20

RG 12.30 del 2.6.2023 Il servizio di Anna Valenti

RSI Info 02.06.2023, 12:48

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Di: ANSA/pon 

Ci sono sei indagati nell'inchiesta della procura di Crotone sul naufragio del barcone carico di migranti avvenuto nella notte tra il 25 ed il 26 febbraio scorsi davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, causando 94 morti accertati e un numero imprecisato di dispersi. Si tratta di tre militari - due ufficiali e un operatore che era di turno quella notte - e di altre tre persone i cui nomi non sono stati resi noti.

Il lavoro dei magistrati ha fatto registrare i primi passi concreti giovedì. Il titolare dell'inchiesta, Pasquale Festa, ha disposto perquisizioni nelle sedi della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Di quali sedi si tratti non è dato saperlo, visto il riserbo imposto sull'inchiesta dal procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia.

L'inchiesta mira ad accertare se sia stata rispettata la normativa che imponeva un intervento ed eventuali responsabilità per i presunti ritardi nei soccorsi al barcone che poi si spezzò, a causa delle forza del mare, a poche decine di metri dalla riva. Cosa non abbia eventualmente funzionato, quindi, nel sistema che avrebbe dovuto garantire assistenza dopo l'avvistamento da parte del dispositivo europeo Frontex. Quest'ultimo, secondo la ricostruzione, inviò la sua segnalazione alle 23.05 del 25 febbraio.

La ricostruzione

La comunicazione giunse alla sede centrale di Varsavia e, per competenza, al centro di coordinamento di Pratica di Mare, che lo girò al comando della Guardia costiera e alle sale operative della Guardia di finanza. A partire da questo momento emergono delle discrepanze: in una telefonata delle 23.49, secondo quanto ricostruito nel decreto di perquisizione, l'operatore indagato riferiva che una motovedetta si stava recando nella zona.

Risulta tuttavia che questa fosse in realtà ancora in porto a Crotone. Alcune pagine del giornale di bordo sarebbero inoltre state compilate a posteriori. Nonostante il barcone sia stato agganciato dai radar una prima volta alle 3.34, infine, in una telefonata successiva alla Guardia costiera che riferiva che non si erano ancora trovate tracce.

Le perquisizioni hanno portato anche al sequestro di cellulari personali e di servizio, usati per una parte delle comunicazioni di quella notte.

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