Una 52enne di nazionalità britannica è stata giudicata colpevole di complicità nella campagna intimidatoria contro il laboratorio Huntingdon Life Sciences di Cambridge, nel quale si praticano esperimenti sugli animali e contro i suoi fornitori, tra i quali anche il gruppo basilese Novartis. Nel mirino – tra gli altri – anche l'allora Ceo Daniel Vasella, che si era visto profanare la tomba di famiglia nel 2009 a Coira.
La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Winchester e la pena verrà comunicata il 17 aprile. La donna era la portavoce del gruppo, che è stato attivo sull’arco di dieci anni.
I promotori della campagna – attivisti del gruppo Stop Huntingdon Animal Cruelty – hanno lanciato false accuse nei confronti degli impiegati del laboratorio e li hanno minacciati di morte. Sotto le loro auto sono anche state trovate delle bombe artigianali. Sette membri del gruppo erano stati condannati nel 2009 a pene detentive per complessivi 50 anni. Altri due militanti sono stati arrestati nel 2012 in Olanda dove sono attualmente detenuti in attesa di una decisione in merito all’estradizione.
Ats/afp/sp