Riconvertire in moschea Santa Sofia, come fece il sultano Maometto II nel 1453 dopo la presa di Costantinopoli. Fu questo quanto il presidente Recep Tayyip Erdogan tirò fuori dal cilindro lalla vigilia delle amministrative del 31 marzo. Obiettivo: stuzzicare l'elettorato islamico e nazionalista più radicale. Immediate e certamente attese sono state le polemiche interne e le proteste internazionali, a partire dalla Grecia, che l'ha sempre guardata come il centro della fede ortodossa. Dopo quasi un millennio come basilica cristiana dedicata alla 'Santa Saggezza', e la trasformazione in luogo di culto islamico, il fondatore della Repubblica turca Mustafa Kemal Ataturk decise di sottrarla allo scontro tra religioni, rendendola nel 1935 un museo. Uno status che conserva ancora oggi, restando un monumento simbolo di Istanbul con milioni di visitatori ogni anno. Ora, molti hanno trovato un motivo in più per andarci: è Gli, la 'gatta star' di Santa Sofia.
Le gatte della basilica-museo
Gli ci vive da 15 anni con tanto di residenza ufficialmente registrata. Il suo padrone, in teoria, è l'ente statale che gestisce il museo. Ma Gli in compagnia di sua sorella Kızım viene accarezzata e coccolata da migliaia di persone diverse ogni giorno. E se prima succedeva per caso, adesso in tanti la cercano appositamente. All'origine della sua fama ci sono soprattutto gli scatti in cui Barack Obama l'accarezza insieme a Erdogan durante la visita a Istanbul nel 2013. Da allora è diventata una celebrità, tanto da essere citata nella voce sul museo della guida Lonely Planet. E ad alimentare il suo successo non potevano mancare i social media: l'account @hagiasophiacat, creato dalla guida turistica locale Umut Bahçeci, è diventato lo strumento con cui tantissimi turisti condividono i loro scatti di (e con) Gli tra mosaici bizantini e calligrafie ottomane.
Cristoforo Spinella