Svizzera

Canone: "200 franchi bastano"

Presentata l'iniziativa popolare che chiede una riduzione del finanziamento della SSR, preservando le minoranze linguistiche e esentando le aziende

  • 1 marzo 2022, 15:12
  • 31 agosto 2023, 15:41
00:40

Notiziario ore 15, 1.3.2022

RSI Info 01.03.2022, 16:08

  • archivio Keystone

È stata una delle iniziative popolari più preannunciate degli ultimi anni, dopo che il 4 marzo 2018 fu bocciata la "No-Billag" (71,6% di no) che chiedeva di abolire il canone radio-tv. Da oggi "200 franchi bastano" è realtà: è stata presentata in una conferenza stampa a Berna nella quale è stata svelata la co-presidenza del comitato, che si definisce "apartitico".

Ne fanno parte il presidente nazionale dell'UDC Marco Chiesa, consigliere agli Stati, insieme al consigliere nazionale dello stesso partito Thomas Matter, il direttore dell'Unione svizzera delle arti e dei mestieri Hans-Ulrich Bigler (di area PLR), il presidente dei giovani PLR Matthias Müller e il consigliere nazionale UDC Gregor Rutz.

Il testo dell'iniziativa è al vaglio della Cancelleria federale e la raccolta delle firme partirà dopo la pubblicazione nel Foglio federale. Essa prevede che in presenza di una massiccia riduzione del canone - 200 franchi per ogni fuoco invece degli attuali 335 - all'interno della SSR le risorse vengano distribuite in modo che le regioni linguistiche minoritarie siano tutelate. Quindi in modo particolare Svizzera italiana e romancia. Le aziende e le imprese commerciali dovranno invece essere esentate dalla tassa. Infine le emittenti private già in parte finanziate dal canone riceveranno almeno la quota attuale.

02:28

Iniziativa popolare per canone radiotv a 200 franchi

Telegiornale 01.03.2022, 20:00

Matter ha rilevato che la tassa obbligatoria "ha smesso da tempo di riflettere la realtà del consumo dei media nel nostro Paese".

Bigler ribadisce la critica mossa da tempo all'imposizione delle aziende: "Anche se l'imprenditore utilizzasse i media SSR mentre lavora, avrebbe già pagato la tassa come privato".

"I giovani usano molti canali da molto tempo e si informano ampiamente sulla vita sociale e politica. Un servizio statale di base nel settore online non è quindi necessario", secondo il presidente dei giovani PLR.

L'UDC Chiesa chiede una difesa dell'offerta delle emittenti SSR che coprono le minoranze linguistiche, come RSI e RTR: "Dato che la concorrenza nella Svizzera tedesca funziona meglio", la riduzione dovrà riguardare in modo particolare SRF.

Secondo Rutz, "la SSR gestisce stazioni radio che sono in diretta concorrenza con i servizi privati esistenti; produce programmi televisivi che non fanno parte del mandato di "servizio pubblico" e sta espandendo sempre più la sua offerta online. Essa rappresenta un'importante concorrenza per i media privati". Rutz chiede una discussione urgente sulla portata del mandato del servizio universale di SSR.

SSR: "Pronti a dimostrare di nuovo il contributo alla società"

"La SSR prende atto di questo attacco, che giunge a quattro anni dal netto rifiuto dell'iniziativa No Billag", si legge in una nota diffusa dalla direzione della Società svizzera di radiotelevisione. "La SSR è pronta a dimostrare ancora una volta il proprio contributo alla società. È chiaro che se la SSR vedesse il suo budget così fortemente ridotto in base alle intenzioni di promotrici e promotori dell'iniziativa, non potrebbe più sostenere il suo attuale modello decentralizzato. La conseguenza sarebbe una vasta centralizzazione, probabilmente in un unico sito di produzione, a scapito soprattutto della copertura regionale, delle minoranze linguistiche e di tutte le regioni del Paese". Jean-Michel Cina, presidente del CdA: "La SSR fornisce un contributo essenziale allo scambio culturale e alla comprensione tra le regioni linguistiche svizzere, e quindi alla coesione della nostra società. Questo contributo è possibile solo con un forte radicamento regionale, che una tale iniziativa mette in pericolo". Gilles Marchand, direttore generale della SSR: "Mentre l'Europa si confronta con un conflitto armato, le informazioni fornite dalle redazioni della SSR, anche direttamente sul campo, sono essenziali per comprendere ciò che accade. Se, nel contesto di una 'No Billag 2', saremo nuovamente chiamati a dare prova del contributo che apportiamo alla società, lo faremo con tutte le nostre forze". Marchand ha ricordato che già da tempo l'azienda persegue una politica di riduzione dei costi. "Ulteriori tagli si tradurrebbero inevitabilmente in un indebolimento della qualità. Ad essere colpiti sarebbero anche numerosi posti di lavoro esterni che dipendono direttamente dalla SSR, così come gli investimenti per quasi 100 milioni di franchi all'anno nell'industria audiovisiva e nella produzione indipendente.

01:26

Marchesi e l'iniziativa per ridurre il canone radio-tv

RSI Info 13.02.2022, 16:08

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