Svizzera

Frontex da potenziare

All'aumento del contributo elvetico per l'Agenzia UE della guardia di frontiera e costiera è legata una delle votazioni federali in programma per il 15 maggio

  • 1 aprile 2022, 08:00
  • 13 maggio, 14:50
Contro la revisione di legge è stato lanciato con successo un referendum

Contro la revisione di legge è stato lanciato con successo un referendum

  • keystone
Di: ARi

Frontex è l'Agenzia dell'Unione europea preposta alla guardia di frontiera e costiera. La seria crisi migratoria del 2015 ha evidenziato l'insufficiente portata delle risorse a sua disposizione. L'UE ha quindi disposto un potenziamento di quest'organismo, alle cui operazioni la Svizzera partecipa, con finanziamenti ed effettivi, già da una decina di anni a questa parte. Fino al 2021 il contributo elvetico è stato in media ogni anno di circa 6 impieghi a tempo pieno. Quanto all'apporto finanziario, nel 2021 è stato di 24 milioni di franchi. La Confederazione, in quanto Paese associato a Schengen, è rappresentata nel consiglio d'amministrazione di Frontex, mette a disposizione specialisti nei controlli alle frontiere e nella sicurezza e contribuisce ai rimpatri coordinati dall'agenzia per le persone interessate da misure di allontanamento decise dai singoli Stati.

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Il progetto di potenziamento di Frontex prevede che entro i prossimi 5 anni l'agenzia potrà disporre di 10'000 effettivi al massimo per il controllo delle frontiere esterne allo spazio Schengen e per i rimpatri. L'aumento del contributo da parte della Svizzera si articolerà, gradualmente, in un incremento dei finanziamenti fino a circa 61 milioni di franchi e, a dipendenza delle necessità, in un aumento degli effettivi forniti fino a circa 40 impieghi a tempo pieno.

Un referendum contro l'aumento dei contributi elvetici è riuscito con oltre 54'000 sottoscrizioni a sostegno. Il popolo sarà quindi chiamato a esprimersi e un eventuale "no" dalle urne, a meno di una diversa decisione da parte dei Paesi e della Commissione UE, sancirebbe la fine dell'applicazione alla Svizzera degli accordi relativi a Schengen e Dublino.

Le ragioni dei contrari

I promotori del referendum accusano Frontex di corresponsabilità per le violazioni dei diritti umani, le sofferenze e le violenze subite dai migranti alle frontiere esterne dell'Europa. Sull'agenzia, rimarcano, gravano accuse di mancanza di trasparenza e indifferenza di fronte a questi drammi umanitari. Anziché fornire vie di fuga sicure Frontex, affermano, sta invece intraprendendo una vera e propria guerra contro la migrazione.

Con tutto ciò il bilancio di Frontex crescerà entro i prossimi 5 anni fino a 1,2 miliardi di franchi. E il contributo della Svizzera viene giudicato sproporzionato, se si considera il limitato diritto di voto di cui essa dispone in seno all'agenzia. I contrari al progetto di legge ritengono che sia invece possibile una politica migratoria fondata sulla solidarietà e chiedono quindi di fermare ciò che qualificano come criminalizzazione della migrazione in Europa e militarizzazione dei suoi confini. La migrazione, sottolineano, non è una minaccia ma un dato di fatto e va sostenuta, in primo luogo, una concezione di vie di fuga e di migrazione legali e sicure.

Gli argomenti del "sì"

Governo e Parlamento rammentano la portata delle conseguenze di un "no" al progetto: se venisse respinto, la Confederazione potrebbe perdere il suo statuto di Paese membro della rete Schengen/Dublino, con serie ripercussioni per l'asilo, la sicurezza, il traffico di confine, il turismo e l'economia nel suo insieme, se si considera che il confine elvetico diverrebbe esterno allo spazio Schengen, con tutti i controlli sistematici che ne deriverebbero.

Anche senza una partecipazione elvetica, sottolineano il Consiglio federale e le Camere, Frontex continuerebbe a esistere. È quindi interesse della Svizzera avere un ruolo nel monitoraggio dei confini esterni e nella gestione dei movimenti migratori. Ma solo una partecipazione all'agenzia consentirebbe alla Confederazione di contribuire alle decisioni e all'orientamento strategico di Frontex. Esecutivo e Parlamento sostengono quindi che con la riforma dell'agenzia aumenterà anche la tutela dei diritti fondamentali: un ambito nel quale la Svizzera, sostenitrice di una politica di tolleranza zero sui respingimenti illegali, vuole adoperarsi attivamente.

Verso il 15 maggio

Telegiornale 01.04.2022, 22:00

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