Chantal Tauxe non si arrende e con lei c'è l'intera brigata dell'Hebdo, il settimanale romando che chiude i battenti dopo 35 anni di attività (vedi articoli correlati) e di cui oggi, venerdì, esce l'ultimo numero. La vice caporedattrice della testata racconta dallo studio di casa sua gli ultimi momenti della rivista, dove ha iniziato a lavorare nel 2003, ricevendo la "promozione" all'attuale incarico otto anni fa.
"Noi della squadra dell'Hebdo siamo abituati a lottare e non ci arrendiamo facilmente — ha sottolineato la giornalista (guarda il video), appena rientrata dalla manifestazione di giovedì a sostegno della stampa a Losanna —. Dobbiamo capire quali saranno i colleghi che dovranno lasciare il posto e poi vedremo come muoverci. L'idea è quella di sfruttare a fondo la rete, per esempio attraverso campagne di raccolta fondi per finanziare progetti giornalistici".
Ma non solo. Tauxe propone un'analisi da una prospettiva più ampia: "I nostri problemi riguardano, in realtà, tutto il panorama mediatico — Penso per esempio all'Espresso in Italia che non ha più pubblicità o ai fallimenti di grandi giornali a livello internazionale". La crisi riguarda anche gli editori e Tauxe non esita a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Non c'è creatività e non c'è voglia di scommettere. Se un editore decide di chiudere un'intera redazione allora non merita di essere chiamato in questo modo, non sei più un editore".
px
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