Svizzera

Si tornerà a votare sul canone radiotelevisivo

Consegnate oltre 128'000 firme per l’iniziativa “200 franchi bastano”, che chiede la drastica riduzione dell’importo (ora 335.-)

  • 10 agosto 2023, 12:27
  • 31 agosto 2023, 15:41
03:38

Canone radio-tv a 200 franchi: consegnate 130mila firme

SEIDISERA 10.08.2023, 18:24

  • Keystone
Di: ATS/TG/dielle 

Si tornerà a votare sul canone radiotelevisivo svizzero. L'iniziativa “200 franchi bastano” (Iniziativa SSR), promossa da un comitato interpartitico guidato dall'UDC, ha infatti raccolto oltre 128’000 firme, che sono state consegnate giovedì alla Cancelleria federale a Berna. Dopo l'iniziativa "No Billag", respinta alle urne nel 2018 (71,6% di no), si tratta della seconda iniziativa popolare diretta contro il canone SSR.

Il testo chiede che il canone radiotelevisivo, ora pari a 335 franchi per nucleo familiare all'anno, sia limitato a 200 franchi.

Obiettivo dei promotori dell'iniziativa: abbassare il canone radiotelevisivo dagli attuali 335 a 200 franchi

Il presidente dell'UDC svizzera Marco Chiesa con le firme pronte alla consegna

  • Keystone

Per Marco Chiesa, membro del Consiglio degli Stati ticinese e presidente dell'UDC svizzera, l’iniziativa era attesa da tempo e i costi del servizio pubblico sono troppo alti: "Stiamo parlando di un miliardo e mezzo di franchi della SSR - dice alla RSI -, e stiamo parlando di un direttore generale da più di mezzo milione di franchi e un comitato direttore con una media di 400'000 franchi a testa, da moltiplicare per otto. Noi lo vogliamo un servizio pubblico, ma lo vogliamo efficiente, e questo non lo è".

In generale i promotori del testo sostengono che la Svizzera ha il canone più alto al mondo indipendentemente dal dispositivo utilizzato. Inoltre, l'offerta e l'utilizzo dei media sono cambiati notevolmente.

Gli iniziativisti hanno raccolto le firme in 13 mesi, secondo un comunicato stampa pubblicato giovedì dal comitato d'iniziativa e più di 30'000 sottoscrizioni, stando a quanto affermato dal consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, arrivano dal Ticino. Eppure secondo la SRG SSR proprio la RSI e la Svizzera italiana sarebbero tra i principali perdenti, perché con un budget quasi dimezzato sarebbe impossibile fornire l'attuale servizio per una minoranza linguistica.

"Ci tengo a dire - per il pubblico della Svizzera italiana - che proprio la Svizzera italiana beneficia molto della solidarietà confederale della SSR, perché genera circa il 4% delle entrate complessive e ne riceve oltre il 20% - ha commentato alla RSI il direttore SRG SSR Gilles Marchand - È questo che permette di avere un'informazione di qualità e permette a voi giornalisti della RSI di andare in Ucraina per coprire la guerra o laddove è importante nel mondo".

I vertici della SRG SSR per il momento non credono nella possibilità di un controprogetto - una proposta alternativa - e difendono il canone e il servizio attuali.

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Berna: consegnate le firme

Telegiornale 10.08.2023, 12:30

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