Gallery video - Libia, ucciso l'ambasciatore USA
È di 4 morti il bilancio dell'attacco di ieri contro la sede del consolato USA a Bengasi: oltre all'ambasciatore statunitense christopher Stevens, morto per asfissia, come riferito dal medico che ha tentato di rianimarlo, sono rimasti uccisi anche 2 marines. Lo hanno confermato oggi il vice-premier libico Mustafa Abushagur e il vice-ministro dell'interno Wanis al-Charef.
"Condanno l'attacco codardo contro la sede USA e l'uccisione del signor Stevens e di altri diplomatici", ha scritto il vicepremier su Twitter. Nel pomeriggio il governo libico ha ufficialmente presentato le scuse a Washington per la morte del suo ambasciatore.
Un attacco deliberato?
Secondo una fonte del Ministero l'attacco contro la sede di rappresentanza USA a Bengasi sarebbe solo indirettamente legata alla vicenda del film sulla vita del profeta Maometto: i dimostranti, che sarebbero membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, sapevano che nell'edificio c'era l'ambasciatore Christopher Stevens. L'ambasciatore americano era arrivato in città per raccogliere gli umori alla vigilia della nomina, prevista oggi, del nuovo premier libico.
La milizia nega un coinvolgimento nell'attacco, ma si "congratula" con chi l'ha compiuto, ha fatto sapere in un comunicato.
Uccise anche forze di sicurezza libiche
Il vice-rappresentante libico all'ONU, Ibrahim Dabbashi, parlando al Palazzo di Vetro ha affermato che una decina di uomini delle forze di sicurezza libiche è stata uccisa nel corso dell'attacco alla sede diplomatica USA a Bengasi. "La gran parte di loro è stata uccisa nelle prime fasi dello scontro" ha spiegato il diplomatico libico.
La condanna di Obama
Il presidente statunitense, Barak Obama, ha condannato duramente gli "attacchi oltraggiosi" che hanno portato all'uccisione dell'ambasciatore usa e di altri 3 americani in Libia. Obama ha inoltre ordinato il rafforzamento delle misure di sicurezza per il personale diplomatico statunitense nel mondo.
In partenza alcune centinaia di marines
L'emittente americana NBC scrive sul suo sito online, citando funzionari dell'amministrazione, che 200 i marines in partenza per la Libia, per "rafforzare la sicurezza nelle sedi diplomatiche di Tripoli e Bengasi". Secondo altre fonti, altre unità sono in partenza per Kabul e il Cairo, sempre per incrementare il livello di sicurezza.