È partita dal Ticino la mobilitazione del settore edile contro le proposte del padronato in vista del rinnovo del contratto nazionale mantello (CNM), che scade il prossimo 31 dicembre. A Bellinzona ha infatti luogo oggi, lunedì, la prima di una serie di manifestazioni previste nelle prossime settimane in tutto il paese per far pressione sulla Società svizzera impresari costruttori (SSIC).
Operai riuniti in vista del rinnovo del contratto nazionale
Sono dunque circa 2'000 gli operai che, a Bellinzona, hanno risposto all'appello congiunto dei sindacati OCST e UNIA. Durante l'assemblea generale, che si è conclusa poco fa al parco urbano, è stata approvata una risoluzione che prevede anche la possibilità di adottare ulteriori forme di pressione per difendere le rivendicazioni dei lavoratori.
Sono vari i punti sui quali si concentra lo scontro: le modifiche dell'orario di lavoro giornaliero, con una richiesta da parte del padronato di maggior flessibilità, mentre i sindacati chiedono giornate più corte; una differente considerazione dei tempi di trasferta; un aumento della busta paga superiore all'inflazione; regole chiare in caso di condizioni climatiche estreme e una protezione dei lavoratori over 50.
Il nodo dell'impiego su chiamata
Per quanto riguarda la volontà dei datori di lavoro di passare a un modello più flessibile per definire gli orari, i sindacati temono che l'impiego su chiamata possa degenerare. La SSIC rispedisce le accuse al mittente e dal canto suo rimprovera la controparte di inviare segnali sbagliati fornendo delle azioni di disturbo che non aiuteranno le trattative. Il prossimo round negoziale è previsto il 21 ottobre.
Al via il corteo
Nel primo pomeriggio dal parco urbano partirà il corteo dei manifestanti che raggiungerà dapprima Piazza Governo e poi la sede della sezione ticinese della SSIC.
Tensione nel mondo dell'edilizia
Telegiornale 17.10.2022, 14:30