Ticino e Grigioni

“Valuteremo ogni misura sollevata”

Il medico cantonale sul coronavirus: “Maggiori precauzioni negli ospedali vista la situazione lombarda”

  • 23 febbraio 2020, 20:06
  • 22 novembre, 19:51
08:40

CSI 18.00 del 23.02.2020 - Giorgio Merlani risponde in diretta ad Alessandro Broggini

RSI Info 23.02.2020, 20:08

  • TI-Press
Di: CSI-Broggini/dielle 

Il medico cantonale Giorgio Merlani è intervenuto in diretta rispondendo alle domande di Alessandro Broggini per le Cronache della Svizzera italiana, fornendo le ultime informazioni sulla situazione coronavirus. Ad iniziare dalle ultime direttive diramate nel pomeriggio alle strutture sanitarie.

“Le ultime misure diramate nel pomeriggio sono in realtà già state discusse ieri e affinate oggi, alla luce di quanto successo negli ultimi giorni in Lombardia. In sostanza: noi ci aspettavamo dei casi di rientro dalla Cina che si sarebbero potuti presentare al pronto soccorso con problemi respiratori, ora invece per principio di prudenza abbiamo elevato il livello di guardia: se si presentano persone con sintomi compatibili con il coronavirus, quindi infezioni delle vie respiratorie acute con tosse e dispnea saranno oggetto di particolare attenzione. Dopo gli esami iniziali, se il caso risulta sospetto viene isolato e ‘strisciato’”.

Domani si decideranno ulteriori misure. Quali potrebbero essere? Cosa dobbiamo aspettarci?

“L’idea è quella di incontrare tutti i partner, prendere atto della situazione italiana e capire se ci sono ulteriori nuove misure da mettere in atto, sia sanitarie che organizzative, di concerto con la politica. Penso in particolare ai flussi in entrata e uscita, con quanto evocato sui media come la chiusura delle frontiere, il blocco dei frontalieri, dei carnevali o ancora delle scuole. Tutte questioni che devono venire valutate con un approccio scientifico, misurando l’efficacia e la proporzionalità delle misure, che vanno esaminate da un gruppo di lavoro competente. Non si possono dare risposte di ‘pancia’”.

La strategia sanitaria - messa in pratica in tutti i paesi - consiste nell'isolare i casi sospetti o manifesti. Perché quest'ultima sarebbe più efficace rispetto a blocchi e chiusure?

"La valutazione di tutte le possibilità, anche quelle sollevate a livello politico, deve essere fatta perché è giusto dare risposte a domande pressanti, dandole però in maniera equilibrata e ponderata. Si parte però dall’evidenza scientifica, da quel che si sa che funziona, implementandolo in maniera rigorosa.”

Ci sono state tre interpellanze e, seppur con sfumature diverse, tutte chiedono maggiore comunicazione. Cosa risponde?

“Più comunicazione di così faccio fatica a immaginarla, perché devo ricordare che anche sui media venerdì alle 14 non succedeva nulla, sabato mattina alle 8 sembrava che scoppiasse il mondo. Questo non è compatibile con una gestione seria e ponderata, per averla è necessario che le persone si riuniscano, raccolgano le informazioni che inizialmente erano pure molto frammentarie, per capire la situazione, prendendo pure atto che la stessa è in evoluzione costante, dando risposte adeguate di volta in volta.”

Gli oltre 130 contagi oltreconfine in pochi giorni destano però preoccupazione…

“Facciamo un po’ di ordine: prima di tutto queste persone non sono state contagiate tutte negli ultimi giorni, sono persone che erano in contatto con i casi sospetti e sono stati ricercati attivamente. Si sono ammalati nell’ultima settimana, quindi in realtà il sistema sanitario lombardo ha semplicemente appurato che ci sono 133 persone ammalate, ma non vuol dire che si stia diffondendo. La Lombardia ha 9 milioni di abitanti, il Piemonte penso poco meno, quindi la probabilità di incontrare una di queste 133 persone positive – sui circa 20 milioni di abitanti del Nord Italia…diciamo che è molto più facile ritrovarsi a carnevale da parte a miss mondo, che non a qualcuno con un’infezione di questo tipo”.

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