Il Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) ha diramato mercoledì un comunicato nel quale fa sapere di condannare fermamente l’aggressione con un coltello avvenuta martedì nel grande magazzino Manor di Lugano, mettendo però anche in guardia da conclusioni premature e da un eccesso di reazione.
Il CCIS “osserva con grande preoccupazione la nuova fiammata di violenza dello Stato Islamico in Europa”, prima di aggiungere che, però, le malattie mentali non sono meno comuni tra i sospetti musulmani di quanto non lo siano tra tutte le altre persone. “È quindi del tutto possibile che nel caso in esame non sia stata in definitiva la sospetta affinità all’IS a spingere la donna a commettere il reato, ma una malattia mentale acuta o latente, oppure un altro movente come l’avidità, l’odio o la gelosia.
Il CCIS ha inoltre ricordato al mondo politico che “dev’essere consapevole dell’impossibilità di prevenire completamente tali atti”, consigliando di “rendere attenta la popolazione che non si vincerà la lotta smantellando i diritti civili o discriminando i musulmani”.
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