Il Canton Ticino è stato bacchettato lunedì da Berna, tramite l’Ufficio federale di giustizia, per la sua decisione di chiudere i cantieri e tutte quelle attività economiche che non offrono servizi necessari alla popolazione. Una decisione che viola le regole federali.
Il Ticino però non intende retrocedere sulla sua posizione: "Il Consiglio di Stato si è confrontato anche oggi su questo aspetto", ha spiegato alla RSI Norman Gobbi, a Berna per un incontro con i rappresentanti di alcuni cantoni, "e la decisione, presa settimana scorsa e comunicata sabato dal presidente Vitta, resta in vigore: non possiamo in questo momento fare un passo indietro", prosegue il consigliere di Stato.
"Dobbiamo continuare a preservare la salute pubblica, pur riconoscendo la protezione e il sostegno all'economia e ai salariati, ed è qui la grande preoccupazione. Questa crisi non è breve, non si risolve in una settimana, durerà molto di più, quindi dobbiamo pensare già al domani, al sostegno alle aziende e ai salariati".
Qualora il Consiglio federale dovesse decidere che le misure decise dal Ticino non sono legali, sarebbe necessario, continua Norman Gobbi di "un dialogo con Berna, per trovare una soluzione". "Oggi si è parlato molto della necessità di coordinare e lavorare assieme", conclude Gobbi, "ma evidentemente non con qualcuno che comanda sull'altro ma in maniera paritetica, tra Confederazione e Cantoni".