“Noi ci troviamo in una situazione davvero particolare, in quanto l’evoluzione del virus in Ticino anticipa di un paio di settimane quello che potrebbe succedere nel resto della Svizzera. Quindi da parte nostra non possiamo attendere che il virus si diffonda eccessivamente prendendo delle misure in ritardo, per noi è importante operare in modo da affrontare meglio il picco e devo dire che la decisione presa dal Ticino è stata adottata poco dopo anche dall’Italia.” Le parole sono del presidente del Governo ticinese Christian Vitta, intervenuto al Telegiornale dopo che in giornata Swissmem, l'organizzazione dell'industria metalmeccanica svizzera, aveva criticato duramente la scelta del Ticino di chiudere anche i cantieri e le industrie non essenziali.
Una visione critica della decisione ticinese, giustificata con la mancanza di competenza per decidere in questo senso, sostenuta anche dal Canton Grigioni che ha risposto picche al Moesano che chiedeva di allinearsi al Ticino, scatenando le proteste dei granconsiglieri della regione.
Vitta resta però fiducioso sulla comprensione di Berna: “Sono in contatto con la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, e sono fiducioso che da Berna sia possibile comprendere la decisione del Ticino, sono pure in contatto con la presidente della deputazione ticinese Marina Carobbio, che appoggia questa linea, e tutti insieme dobbiamo far capire a Berna che non possiamo aspettare 1 o 2 settimane per agire, attendendo che anche nel resto della Svizzera la situazione sia simile alla nostra”.
Anziani: “La nostra limitazione meno invasiva”
Il presidente del Governo ticinese sostiene anche il divieto di uscire a far la spesa intimato agli over 65 e ai gruppi vulnerabili, nonostante il dietrofront del Canton Uri sul coprifuoco per queste categorie dopo il richiamo di Berna: “Da parte nostra devo dire che la limitazione specifica relativa agli anziani (divieto di fare la spesa, ndr) è molto meno invasiva rispetto a quella pronunciata dal Canton Uri e poi tolta. È una misura nell’interesse dell’anziano stesso, ci stiamo organizzando con i comuni e volontari per permettere agli anziani di avere tutti i servizi necessari a domicilio, in particolare l’approvvigionamento alimentare”.
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