Si chiama la tecnica del maschio sterile, ed è stata utilizzata in passato per eradicare insetti nocivi negli Stati Uniti o la mosca tse-tse in Africa. Ora potrebbe essere d'aiuto nella lotta alla zanzara tigre. In Ticino, come anticipato negli scorsi giorni, si vorrebbe infatti iniziare una sperimentazione internazionale, finanziata dall'Organizzazione mondiale della sanità, e in cui sono coinvolti ricercatori della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera italiana (SUPSI) insieme a colleghi messicani e italiani.
Il Ticino ha messo in atto un sistema di sorveglianza tra i più sviluppati al mondo. Da 10 anni con la collaborazione dei comuni si tenta di arginare la proliferazione della zanzara tigre con prodotti larvicidi. Tutto questo fa sì che la popolazione della specie possa essere quanto meno contenuta. Ma con questa nuova sperimentazione si punta più in alto: cioè a ridurre la sua presenza, spiega alla RSI Mauro Tonolla, direttore dell’Istituto di microbiologia della SUPSI: “È praticamente impossibile fermare la diffusione di una specie invasiva come la zanzara tigre, quindi l’obiettivo è di mantenerne una densità bassa”. Inoltre, si punta a continuare a scongiurare il pericolo della diffusione, attraverso questo insetto, di virus come zika, chikungunya e dengue.
La ricerca alla quale partecipa la SUPSI è di respiro internazionale e avrà una sua appendice anche in due villaggi messicani della regione del Chapas. Inoltre, i ricercatori ticinesi lavoreranno in collaborazione con un centro in Emilia-Romagna dove verranno preparati i maschi sterili di zanzara tigre che poi verranno rilasciati a Melide e a Morcote.
“In questi casi si rilasciano di solito ogni volta da 1'000 a 3'000 individui per ettaro”, spiega ancora Mauro Tonolla. I rilasci saranno molteplici (l’autorizzazione è stata chiesta per effettuarli inizialmente a Melide e Morcote, ndr.) e serviranno per capire se si verificherà un effetto sulla densità della popolazione, monitorando le ovitrappole e il numero di uova al loro interno.
La tecnica del maschio sterile, continua Mauro Tonolla, si applica già da decenni: “C’è quindi una certa aspettativa sulle zanzare”.
Per il professor Tonolla l'immissione di zanzare maschio sterili non dovrebbe provocare nemmeno squilibri ambientali, perché le tigre ormai sono zanzare autoctone e perché i maschi sterili “sono considerati insetti benefici: non c’è nessuna controindicazione”.
La procedura di autorizzazione è in corso; la sperimentazione potrebbe dunque iniziare già quest’anno.