La pandemia da nuovo coronavirus ha bloccato un po’ tutto e tutti ma lo scorso weekend a Hong Kong si sono tenute le prime imponenti manifestazioni (con 180 arresti) dopo quelle ben note dello scorso anno. Al centro del malcontento una legge sulla sicurezza promossa dal governo centrale cinese e che dovrebbe venir approvata, entro giovedì e senza colpo ferire, dall’Assemblea nazionale del popolo. Secondo l’opposizione la nuova legge restringerà ulteriormente la libertà di opinione e di manifestazione anche a Hong Kong e darà libertà di agire agli agenti dell’intelligence. Il governo locale ha cercato di rassicurare soprattutto governi e imprenditori stranieri minimizzando l’impatto della futura legge ma il capo dell’esercito cinese a Hong Kong ha detto di essere «pronto a proteggere la sicurezza nazionale» in caso di ulteriori tensioni.
Per il momento il testo della legge non è noto ma le informazioni pubblicate dai giornali internazionali parlano di una punizione ancora più severa per gli atti e le attività di “sedizione, sovversione e secessione” oltre alle “interferenze straniere negli affari locali”. Carrie Lam, la leader del governo locale, ha assicurato che nessuna legge priverà gli abitanti di Hong Kong della libertà esistenti ma sono in molti (anche all’estero) a vedere in questo passo di Pechino un cambiamento di rotta e la volontà di rafforzare il proprio controllo su Hong Kong.
Proprio oggi si attendono nuove proteste di massa poiché l’assemblea di Hong Kong inizierà a discutere un’altra controversa legge che se approvata punirebbe le persone che «insultano» l’inno nazionale cinese (ad esempio i “buuu” cantati da alcuni tifosi durante l’esecuzione dell’inno nazionale cinese prima delle partite della nazionale di calcio). Il voto finale sulla nuova legge è previsto per il 4 giugno, proprio la data dell’anniversario del massacro dei manifestanti in piazza Tienanmen, a Pechino nel 1989.
Parliamo dunque di Hong Kong, dove la tensione è alta forse come non mai, con:
Giovanni Andornino, docente di relazioni internazionali dell’Asia orientale all’Università di Torino;
Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice ad Hong Kong;
Guido Santevecchi, corrispondente a Pechino del Corriere della Sera;
Intervista registrata a Dennis Kwok, membro del parlamento e fondatore del partito civico (pro-democrazia).
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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