Paolo Rumiz
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Modem incontro: Paolo Rumiz

Intervista con lo scrittore triestino, uomo di frontiera che attraverso la frontiera legge il nostro tempo

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Un mondo che “scivola lungo un pericoloso piano inclinato”. Di questo, anche di questo, parla “Verranno di notte”, l’ultimo libro di Paolo Rumiz. Ma come fare per capire le dinamiche che si stanno manifestando lungo quel “piano inclinato”? Per il giornalista e scrittore triestino c’è un luogo che più di tutti ci aiuta a leggere il presente: la frontiera. Un luogo che “vibra come un sismografo di fronte agli eventi mondiali”, come ci ha detto lui stesso nell’intervista che vi proponiamo in questa puntata di Modem incontro. Per Rumiz la frontiera è “sensibilissima, il pennino di questo sismografo balla ad ogni minimo movimento della geopolitica”. E proprio percorrendo le frontiere Rumiz ci ha raccontato in alcuni dei suoi libri i grandi stravolgimenti degli ultimi decenni: la caduta del muro di Berlino, la guerra nell’ex Jugoslavia, le tensioni crescenti tra Russia e Ucraina. Oggi è pronto a ripartire, sempre verso terre di frontiera. E questo anche per capire cosa potrebbe succedere dopo la vittoria di Donald Trump. “Qui si pone un problema molto più vasto, quello della capacità delle democrazie di esprimere un linguaggio convincente nei confronti dell’uomo qualunque”, ci ha detto ancora Rumiz, in questa puntata, non un dibattito come vi proponiamo abitualmente ma un incontro con un solo ospite.

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