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Ucraina, vialibera ai missili statunitensi

Quali conseguenze dell’utilizzo di queste armi per colpire il territorio russo?

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Lo aveva già detto a settembre il presidente russo Vladimir Putin, lo ha ripetuto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: la decisione degli Stati Uniti di consentire all’Ucraina di colpire il territorio russo con i missili americani a lungo raggio Atacms avrà “risposte appropriate” da parte di Mosca. Per Putin il via libera concesso da Joe Biden all’Ucraina significa che “i Paesi Nato sono in guerra con la Russia”. 

Un via libera, quello da parte del presidente americano, che secondo varie fonti vicine alla Casa Bianca, è stato comunicato al governo di Kiev tre giorni fa. Alla base di questa decisione, la volontà di dissuadere la Corea del Nord dall’inviare altre truppe in Russia per la guerra contro l’Ucraina. 

Ma quali sono – davvero - gli intenti statunitensi? Come si posiziona l’Europa, altro alleato dell’Ucraina – rispetto a questa decisione americana? E, al di là delle dichiarazioni che provengono da Mosca, quale sarà la risposta del Cremlino sul campo di battaglia? Sono mosse che mirano ad ottenere il massimo possibile prima di possibili discussioni su una fine del conflitto, oppure c’è davvero il rischio – come ha affermato, secondo dichiarazioni diffuse da Pyongyang, il leader nordcoreano Kim Jong-un – di una “Terza Guerra Mondiale”? 

A Modem ne parliamo con: 

Davide Maria De Luca, collaboratore RSI da Kiev
Mara Morini, professoressa di Scienze politiche all’Università di Genova, esperta di Russia
Antonio Missiroli, docente di sicurezza europea a Sciences Po e alla John Hopkins

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