Si è riacceso il conflitto in Nagorgo - Karabakh, il territorio indipendente che si trova in Azerbaijan ma che di fatto è controllato dall’Armenia.
Gli scontri legati a questi 11mila chilometri quadrati riprendono periodicamente sin dal 1988, da quando il Nagorgo - Karabakh ha dichiarato la sua indipendenza scatenando tensioni sfociate poi in una sanguinosa guerra tra i due paesi. Il conflitto durò due anni e causò la morte di 30mila persone e decine di migliaia di profughi. Grazie un patto, negoziato con l'aiuto di Russia, Stati Uniti e Francia, si arrivò poi nel 1990 a un cessate il fuoco.
In realtà, scontri di bassa intensità sul territorio conteso tra i due paesi hanno continuato a caratterizzare gli ultimi 40 anni. Da qualche giorno però, questa nuova fase di combattimenti sembra essere particolarmente calda. Che cosa sta succedendo in questa zona del Caucaso? Come mai gli occhi di tante potenze regionali sono focalizzati su questa enclave? Quale impatto ha lo schieramento della Turchia a fianco dei militari azeri? Come si comporterà ora la Russia che fin'ora è sempre stata nel mezzo ed è sempre stata in grado di far calmare gli animi tra i due paesi ex sovietici?
Ne parliamo con:
Marilisa LORUSSO, esperta di Caucaso, collabora con l’Osservatorio Balcani e Caucaso, esperta richiedenti asilo per gente proveniente da (diritti umani, processi di democratizzazione)
Carlo FRAPPI, ricercatore Università Ca’ Foscari di Venezia, collaboratore all’ISPI
E due interviste registrate a Avedis Naroyan, coordinatore della Comunità armena in Ticino e Mammad Ahmadzada, ambasciatore dell'Azerbaijan in Italia.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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